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Articolo 2

Non esiste un’unica causa nella genesi dei quadri clinici che, per convenzione, vengono diagnosticati “autismo”. Pertanto, non esistendo uno stereotipato modello clinico, ne un unico protocollo terapeutico, valido per tutti i casi clinici, d’ora in avanti, è auspicabile l’utilizzo del termine “AUTISMI”.

Visto quanto stabilito nell’articolo 1, ribadisco che l’approccio agli autismi non può non essere neurobiologico. Il “tecnico”, di volta in volta, di fronte ai vari quadri clinici dei differenti pazienti, accertato che la sintomatologia sia consequenziale ad un disordine dello sviluppo del sistema nervoso, stabilisce, grazie alle sue competenze di anatomia, fisiologia e semeiotica, a quale livello il processo di Organizzazione Neurologica si è “alterato”ed, eventualmente, cosa ha provocato il tutto. Successivamente, prescriverà il protocollo terapeutico più idoneo al livello della disorganizzazione, e formulerà il giudizio prognostico.

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