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Camicie chiassose e sapori pungenti: la sinestesia

Il blog è nato perchè la medicina attuale, per quanto riguarda l’autismo, continua a rispecchiarsi nei suoi insuccessi. L’autismo , nonostante i proclami dei tecnici, viene tutt’ora considerato un disordine mentale. Pertanto, il punto di riferimento dei tecnici resta il D S M. L’approccio del D S M viene contestato dagli organicisti. Le diagnosi descrittive , in medicina, non prendono in considerazione la comprensione biologica della clinica pertanto, creano problemi. Infatti, i protocolli terapeutici stabiliti per l’autismo sono privi di ogni fondamento scientifico. La medicina dovrebbe sempre esortare a prescrivere terapie coerenti con la diagnosi.Quando affermiamo che un individuo è affetto da autismo, stiamo esprimendo solo un giudizio clinico ” convenzionale “. E’ necessario stabilire COSA sia successo in quel cervello o almeno, DOVE sia successo. QUANDO sia accaduto e COME sia accaduto. Poco o nulla, che è stato scritto sul’autismo, soddisfa questa richiesta e, pertanto, necessita di essere letto. Per tale motivo siamo ” usciti dagli schemi”. Stiamo cercando ” nuove conoscenze ” studiando il pensiero di alcuni neuroscienziati. Stiamo approfondendo il contributo da loro dato, al fine di comprendere come gli esseri umani acquisiscono le loro abilità, per poter poi speculare sulle diverse abilità. In questo percorso abbiamo conosciuto Tonioni e Zeky. In futuro, quando affronteremo i protocolli terapeutici, sarà necessario studiare Edelman, Kandel, Changeux ed altri. Ora, per comprendere COME l’uomo parla, è necessario conoscere il pensiero di Vilayanur Ramachandran.

Docente di neuroscienze all’università di San Diego, ha manifestato, nel corso della sua brillante carriera, particolare interesse per alcune condizione mediche ” bizzarre”, quali l’arto fantasma e la sinestesia ( percezioni simultanee ). La sinestesia, descritta già nel XIX sec., è una condizione molto strana, ove persone perfettamente normali potevano, ad esempio, vedere un particolare colore quando sentivano una nota musicale. Benchè sia nota da tempo, la medicina non si è mai degnata di considerare la sinestesia come un fenomeno neurologico serio ed importante, in grado di far progredire le conoscenze sul come apprende il cervello umano. Di fronte a soggetti che lamentavano fenomeni sinestetici, la medicina, storicamente, ha scelto di etichettarli come matti e/o drogati. Eccezionalmente come fenomeni consequenziali a regressioni infantili.

Il merito di Ramachandran è stato quello di aver dato il giusto significato ad un’ abilità ” bizzarra ed anomala ” . Per il neuroscienziato californiano la sinestesia ( psicostato) doveva essere considerata un fenomeno sensoriale, la cui genesi andava cercata nel cervello ( neurostato). Per tale motivo mise a punto dei test misurativi, in base ai quali dimostrò , scientificamente, che i sinestetici non erano pazzi poichè avevano un rendimento superiore a quello dei normali nel rispondere a quesiti sensoriali. Pertanto, si domandava come un ” pazzo ” potesse avere una performance superiore a quella di una persona normale. La risposta naturale  doveva essere che, l’anomalia non fosse secondaria alla follia bensì, ad un neurostato coerente con la diversa abilità ( vedere uno specifico numero con uno specifico colore, che rappresenta anche il tipo più  comune di sinestesia).

Qual è il neurostato della sinestesia ? Quando un sinestetico guarda un numero, in quel cervello, e solo nei cervelli dei sinestetici, si registra un’attivazione anche dell’area del colore ovvero, vi è un’attivazione incrociata.In quel cervello vi sono connessioni tra aree cerebrali che nei non sinestetici non vi sono.

Possiamo avere “linguaggio” per l’attivazione incrociata tra aree neurali, soprattutto motorie? E, se la risposta dovesse essere positiva, tra quali aree motorie?. O meglio, tra le aree motorie di quali parti del corpo?.

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