Il valore di sopravvivenza del linguaggio è senz’altro maggiore di quello di tante altre caratteristiche umane (senso dell’umorismo, arte, musica).Infatti, esso ci consente di comunicare pensieri ed intenzioni. Siamo una specie vivente che, come più volte ricordato nel blog, viene al mondo con un sistema nervoso estremamente immaturo. Necessitiamo di assistenza e cura per tempi lunghissimi della nostra vita. Da tale costoso investimento iniziale otteniamo un grosso vantaggio, quello di trasferire da un individuo all’altro un enorme bagaglio di conoscenze e competenze. Questo processo di trasferimento, che etichettiamo con il termine cultura, si realizza grazie all’imitazione ed al linguaggio. E’ normale che, filosofi, teologi, psicologi, biologi, abbiano affrontato, nel corso della storia recente dell’umanità, la questione linguaggio. Abbiamo un apparato vocale molto più sofisticato di quello delle scimmie ma , senza un’idonea organizzazione neurologica ovvero, senza una normale integrazione tra aree cerebrali con funzioni neurali differenti, l’organo foniatrico non sarebbe servito a molto. Di sicuro, sia l’apparato vocale che la circuiteria neurale, si sono evoluti sotto la spinta della selezione ambientale ( teoria Darwiniana dell’evoluzione ).
Contrariamente a quanto sostenuto da ” illustri ” psico-linguisti ( il più famoso è stato Chomsky ) il linguaggio non è mediato da un ” organo del linguaggio ” emerso dal nulla ( ipotesi creazioniste tanto care ai cognitivisti ).
Il linguaggio non è appannaggio di una singola area del cervello, più o meno estesa. Esso è il prodotto di un’ organizzazione neurologica ovvero, della PHI espressa da quel sistema nervoso. L’organizzazione neurologica, come la PHI, è dinamica. Si modifica con l’età, dalla nascita in poi, a mano a mano che la circuiteria neurale si organizza, cioè, si stabilizzano le sinapsi e si mielinizzano gli assoni. Inoltre, circuiti neurali sempre più complessi, attraverso nuove sinapsi, comunicheranno tra di loro. Questo significa che, sin dalla nascita, deve esistere un sistema di comunicazione ( psicostato) che esprimerà i neurostati già organizzati. Prima dei 16-18 mesi l’organizzazione neurologica, ovvero il valore della PHI ( informazione/integrazione espressa dalla circuiteria neurale ) di quel sistema nervoso, non sarà sufficiente per consentire una, anche minima, comunicazione verbale. Allo stesso tempo però, l’organizzazione neurologica, cioè la PHI espressa, sarà sufficiente per garantire una comunicazione gestuale ( mimare, indicare ) al possessore di quel sistema nervoso.
Comprendere il linguaggio significa comprendere la storia evolutiva umana, attraverso lo sviluppo dell’individuo ( relazione tra filogenesi e ontogenesi ).
Quanta ammirazione provo ancora oggi verso il mio maestro. Lo incontrai nel 1992 e allora non avevo una preparazione tale per poter comprendere fino in fondo il suo sapere scientifico. Decenni prima del nostro incontro,Delacato, aveva invitato i pediatri a controllare lo sviluppo di un bambino non solo attraverso poche curve di crescita, ad esempio peso ed altezza. Egli esortava ad eseguire misurazioni oggettive, al fine di valutare la normale ” maturazione ” dell’organizzazione del cervello ovvero, la PHI espressa da quel sistema nervoso,per individuare il rischio di disturbi ” cognitivi “.