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Il tourettico dislessico ed il down autistico

Qual è una grave conseguenza dell’approccio “vecchio”? Quello che, ogni bambino con una problematica neurologica, viene collocato nel suo “contenitore”.

Matteo ha 7 anni e da mesi manifesta tic motori, talvolta anche vocali, oltre alla tanto pubblicizzata parolaccia. Il professionista di turno non manifesta dubbi. Di sicuro, la sindrome di tourette è responsabile del quadro clinico.

Il prossimo bambino che entra nell’ambulatorio pediatrico  fallisce ai comuni test di letto-scrittura. Frequenta la terza elementare e non consegue lo stesso successo didattico dei suoi coetanei. La diagnosi è quella di D.S.A.(disturbo specifico dell’apprendimento), il contenitore sarà quello dei dislessici.

Invece, Marco ha 5 anni. Non dice una parola, pur emettendo, da tempo, tantissimi suoni. A ben pensare, intorno ai 12 mesi di vita pronunciava tante parole, poi, all’improvviso, ha smesso di farlo. Contemporaneamente ha evitato di guardare negli occhi l’interlocutore e, non è più riuscito  a stare fermo. Quando guarda il suo” cartone” preferito si calma, subito dopo, riprende a saltellare. In passato (fino alla fine degli anni 80), avrebbe potuto ricevere diverse diagnosi, a secondo di quale accademico l’avesse visitato. Da due decenni, nessuno può ritenerlo affetto da” psicosi precoce” o da” schizofrenia infantile” oppure da” chiusura autistica”. Anche “ritardo mentale” è fuori moda. Oggi non ci sono dubbi, la clinica descritta dipende da un” disturbo dello spettro autistico”. Marco entra nel contenitore “autismo”.

Per Luca è tutto più semplice, basta osservare la facies : “trisomia 21”.

Nessun tecnico dubita sulla”neurobiologia”di questi quadri clinici. Eppure,SIAMO FERMI. Il tempo sembra essere trascorso invano. Basta osservare, in quale stato confusionale cadono i tecnici, quando incontrano bambini con tic motori e difficoltà nell’apprendimento didattico. Oppure, quando la tanto “decantata” socievolezza del bambino down viene ad essere sostituita da “una tendenza all’isolamento ed a stereotipie”. La neurobiologia lascia il posto alle “vecchie” etichette psichiatriche. La diagnosi di sindrome di down con innesto psicotico ritorna di moda, come quella di comportamento tourettico, o di ritardo cognitivo. Uscire dagli schemi significa comprendere cosa è successo nell’organizzazione di quel sistema nervoso, più che categorizzare il bambino di turno. In qualità di medici, non siamo pagati per riempire” contenitori”ma, per capire come mai, il nostro paziente presenta quel segno e/o sintomo.

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