Una delle caratteristiche cliniche tipiche dell’autismo è rappresentata dalla stereotipia. Da sempre la presenza di stereotipia ha “condizionato ” chi ha convissuto con l’autismo, allo stesso tempo, i tecnici non hanno mai affrontato la problematica in termini scientifici.
Perchè un bambino con autismo presenta stereotipie? Perchè non tutti i soggetti diagnosticati autistici presentano stereotipie? Quali sono i correlati neuroanatomici e fisiopatologici delle stereotipie ? Perchè una terapia con S.S.R.I. e/o neurolettici fallisce sempre nel trattamento della stereotipia?
Nessun professionista che intenda occuparsi di autismo, allo stato, può sfuggire a tali domande e non fornire, ai familiari di un bambino con autismo, risposte scientificamente corrette.
La stereotipia è un sintomo secondario ad una disorganizzazione neurologica che ha compromesso, in maniera profonda, la funzione primordiale e centrale del cervello: attingere conoscenza. Fin dalla nascita, da ogni cosa in cui l’animale si imbatte, attinge conoscenza. Sistemi nervosi complessi garantiscono di ricavare conoscenza dall’esperienza e di generalizzarla. L’acquisizione di conoscenza è , dunque, una funzione fondamentale del cervello, il quale la realizza grazie alla sua ORGANIZZAZIONE NEUROLOGICA. Questa consente che l’input in entrata generi un’esperienza, successivamente, usa l’esperienza così generata per formare concetti. Le neuroscienze attuali hanno mostrato come, molte differenti aree del cervello sono coinvolte nell’organizzazione dei segnali in arrivo, ognuna dedita alla sua”specializzazione”, per cui, il sistema cerebrale di acquisizione della conoscenza deve essere ampiamente distribuito nella corteccia cerebrale ( INTEGRAZIONE). Questa organizzazione finalizzata ad acquisire conoscenza vale non solo per i segnali come quelli visivi, tattili, uditivi, olfattivi, che sappiamo essere molto differenti tra loro, ma caratterizza anche le suddivisioni entro una singola modalità sensoriale, come ad esempio la visione. Il cervello visivo può essere suddiviso in diverse aree che circondano la corteccia visiva primaria o area V1, che riceve le informazione retiniche trasmesse dai neuroni talamici.
Quando gli uomini vedono una scena colorata astratta priva di oggetti riconoscibili, l’attività è concentrata nell’area visiva primaria del cervello ( V 1), e in un’ area circostante, l’area V2 , così come nel centro del colore ( V4). V1 e V2 alimentano V4 con i segnali dei colori e sono reciprocamente connesse a V4. Viceversa quando i soggetti vedono un pattern di puntini bianchi e neri in movimento che cambiano direzione a distanza di pochi secondi, l’attività è limitata ad un’altra area, ( V5) che si aggiunge all’area V1 e V2 che la alimentano con i segnali specializzati in movimento.