Il 1° Settembre si celebra la Giornata per la salvaguardia del creato. Dalla nostra prospettiva, tra le tantissime creature, quella che ci sta più a cuore, di sicuro, è l’uomo. Di cosa hanno bisogno gli esseri umani per diventare “uomini”? Secondo me di “educazione”.
Non capiremo mai, fino in fondo, cosa significa “educazione”, finchè resteremo intrappolati nelle nostre categorie mentali: quanto è importante l’ereditarietà e quanto la cultura? Non vi è alcuna distinzione tra genetica ed epigenetica, come tra natura e cultura o tra biologia ed umanesimo. Nulla avrebbe senso senza l’altro, nè potrebbe esistere indipendentemente dall’altro. L’essere umano viene al mondo con un sistema nervoso estremamente immaturo, per molto tempo necessita di assistenza fisica per poter sopravvivere.Tale limite gli consentirà di apprendere ovvero, di acquisire informazioni come nessun’altra specie vivente riesce a fare (diventa difficile stabilire cosa sia, in natura, uno svantaggio e quale un vantaggio). Allo stesso tempo l’apprendimento è regolato da leggi biologiche.
Come, alla fine dell’800, nei salotti delle capitali europee, si discuteva di psicoanalisi e delle idee di Freud, così, sulla costa atlantica degli stati uniti d’America, a metà del novecento, si discuteva di evoluzionismo e del pensiero di Darwin, e, per molti del tempo, tra cui il mio maestro, “l’ontogenesi ricapitolava la filogenesi”.
Molte delle idee discusse in Europa anni prima si erano rivelate infondate. Comunque, restava il merito di aver spostato, grazie a quelle idee, l’attenzione all’interno della scatola cranica e di aver decentrato il ruolo della ragione, introducendo il concetto di inconsapevolezza, Allo stesso tempo, molte ipotesi sostenute in America sulla ricapitolazione ontogenetica non superarono l’evidenza della prova. Ciò non significa che, l’essere umano non sia dotato di un sistema nervoso prodotto da un percorso evolutivo a più tappe.
Nei primi 12 mesi di vita umana, il cervello si organizza grazie all’esperienza a cui il cucciolo d’uomo viene sottoposto e, l’esperienza, in tale epoca, è attività sensori-motoria. Salvaguardare il creato e, dunque anche l’uomo, significa che, la pediatria deve recitare un ruolo coerente con i tempi. I pediatri non devono solamente controllare lo stato di salute dei piccoli. Essi devono far capire, ai genitori che non posseggono ancora l’informazione, che il pavimento rappresenta la prima palestra di vita. Dare a quel cucciolo la possibilità di esperire, attraverso lo striscio, il carponi e, successivamente, attraverso una ottimale coordinazione motoria il suo ambiente, significa consentire una buona Organizzazione Neurologica che, a sua volta, favorirà il futuro processo educativo ovvero, l’apprendimento.