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Neuroanatomia e Neurofisiologia della stereotipia

Ho sostenuto che la funzione centrale e primordiale del cervello è la ricerca di conoscenza. La realtà esterna, “esiste”, per come ci “appare” ovvero per come “la conosciamo”. Possiamo conoscere solo ciò che, in termini di fotoni oppure di vibrazioni, o ancora di pressione, o di sostanze chimiche capaci di stimolare olfatto e/o gusto, può essere trasdotto dai nostri recettori sensoriali. Dopo questa conversione (energia fisica trasdotta in energia nervosa) i potenziali d’azione percorrono i vari circuiti neurali. La consapevolezza di avere quella conoscenza, dipende dall’organizzazione dei circuiti talamo-corticali. A tale livello si organizzeranno dapprima le aree più esterne e posteriori della corteccia (quelle intimamente connesse ai neuroni talamici)...

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La stereotipia (parte seconda)

Indipendentemente da tutti i nostri concetti di libertà e/o di “esseri liberi”, una persona con una vista normale ed un cervello altrettanto “normale” non può stabilire che, l’attività elettrica dei suoi neuroni, generatrice del colore, non entri in gioco, per cui, non vede i colori quando apre gli occhi. Allo stesso tempo non possiamo scegliere di guardare fuori e vedere il cielo bianco e nero (i tifosi delle squadre di calcio senza colore potranno comprare tanti buoni calciatori ma non proveranno mai questa emozione). Il colore è il risultato di un’ organizzazione neurologica sviluppatasi durante l’evoluzione utile per dare un senso ai segnali in arrivo e, dunque, per acquisire la conoscenza di un particolare attributo del mondo...

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Stereotipia ( parte prima )

Una delle caratteristiche cliniche tipiche dell’autismo è rappresentata dalla stereotipia. Da sempre la presenza di stereotipia ha “condizionato ” chi ha convissuto con l’autismo, allo stesso tempo, i tecnici non hanno mai affrontato la problematica in termini scientifici.

Perchè un bambino con autismo presenta stereotipie?  Perchè non tutti i soggetti diagnosticati autistici presentano stereotipie?  Quali sono i correlati neuroanatomici e fisiopatologici delle stereotipie ?  Perchè una terapia con S.S.R.I. e/o neurolettici fallisce sempre nel trattamento della stereotipia?

Nessun professionista che intenda occuparsi di autismo, allo stato, può sfuggire a tali domande e non fornire, ai familiari di un bambino con autismo, risposte scientificamente corrette.

La stereotipia...

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Articolo 8

Articolo 1 : trattandosi di un’anomalia del comportamento non può essere proponibile un approccio al ” problema ” che non sia in termini neurobiologici. Allo stato, solo attraverso la neurobiologia lo studio del comportamento umano è reso sondabile e trasparente.

Articolo 2: non esiste un’unica causa nella genesi di tutti i quadri clinici diagnosticati “autismo”. Per tale motivo è necessario che la comunità scientifica si impegni nel classificare gli autismi ai fini terapeutici e prognostici.

Articolo 3: la tipicità neuroanatomica specifica dell’autismo consiste in un’alterazione della connettività tra neuroni, talvolta evidente sin dalle prime fasi dello sviluppo.

Articolo 4: le ipotesi di trovare un sistema specifico dell’autismo si sono infrante...

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ARTICOLO 7

ARTICOLO 7: Il principio della neurodiversità, ovvero, il soggetto con autismo ha un’ ORGANIZZAZIONE NEUROLOGICA diversa ed esprime una PHI diversa, affonda le sue radici nella neurobiologia evolutiva.

Qualche miliardo di anni fa sul nostro pianeta comparvero cellule capaci di mantenere un gradiente elettrico sulla propria membrana e di utilizzare tale gradiente al fine di comunicare ad un’ altra cellula una modifica dell’ambiente. Le cellule con tali caratteristiche, chiamate dall’uomo neuroni o cellule nervose, assunsero la funzione di coordinare l’attività di tutte le altre cellule dell’organismo pluricellulare. Inoltre, permisero di regolare l’output, ovvero l’azione più adattiva al cambiamento ambientale...

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Articolo 6

ARTICOLO 6 : In tutti i soggetti con autismo vi è una NEURODIVERSITA’ che “stabilisce ” la diversità di questi soggetti nella selezione degli stimoli sensoriali.

Le neuroscienze attuali ci hanno permesso la conquista di tale conoscenza, consequenzialmente, l’approccio all’autismo deve necessariamente essere spostato da un modello deficitario ( purtroppo ancora in vigore) verso un modello basato sulla neurodiversità. Grazie a questa nuova conoscenza, non è più applicabile nello studio dell’autismo, un modello basato sul concetto di deterioramento psichico e sulle limitazioni del soggetto con autismo ( non guarda negli occhi, non parla, non imita, non legge le emozioni altrui nè le intenzioni, ecc.)...

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ARTICOLO 5

Articolo 1 : trattandosi di un’anomalia del comportamento non può essere proponibile un approccio al ” problema ” che non sia in termini neurobiologici. Allo stato, solo attraverso la neurobiologia lo studio del comportamento umano è reso sondabile e trasparente.

Articolo 2: non esiste un’unica causa nella genesi di tutti i quadri clinici diagnosticati “autismo”. Per tale motivo è necessario che la comunità scientifica si impegni nel classificare gli autismi ai fini terapeutici e prognostici.

Articolo 3: la tipicità neuroanatomica specifica dell’autismo consiste in un’alterazione della connettività tra neuroni, talvolta evidente sin dalle prime fasi dello sviluppo.

Articolo 4: le ipotesi di trovare un sistema specifico dell’autismo si sono infrante...

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Articolo 3 e articolo 4

Ho più volte specificato la finalità propositiva del blog: partire da alcuni punti di acquisito sapere neuro scientifico ( i fantasiosi articoli della carta costituente) per cercare di migliorare la ” condizione autismo “.

Visti nei mesi scorsi l’articolo 1 e 2, sui quali ritorneremo tra qualche giorno, affrontiamo ora gli articoli 3 e 4, per poi integrare le nostre conoscenze.

ARTICOLO 3 : le ipotesi di trovare un sistema specifico per l’autismo, ad ora, si sono infrante. Non ha superato l’evidenza, l’ipotesi che l’autismo fosse secondario ad una anomalia del sistema frontale, così come non ha superato l’evidenza, l’ipotesi che l’autismo fosse la conseguenza di una disfunzione dei neuroni specchio.

ARTICOLO 4: definire l’ atipicità neuroanatomica dell’autismo qua...

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Una serena riflessione…

Dopo aver trascorso gran parte della mia vita a studiare le funzioni neurali e, dopo aver dedicato 24 anni di attività professionale nel campo dell’autismo, ho avvertito l’esigenza, attraverso questo blog, di fare chiarezza su alcune questioni.

Ogni dato va letto nel suo contesto storico. Oggi esiste una differenza netta e sproporzionata tra quelle che sono le conoscenze delle neuroscienze, sul funzionamento del cervello, e quelle che sono le proposte riabilitative, finalizzate a favorire l’apprendimento nelle patologie del neurosviluppo. Per questo motivo, il primo Maggio scorso, esponendomi come professionista, ho voluto affrontare la “questione autismo” pubblicamente...

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