Se un tumore, un trauma, un intervento chirurgico, un infarto danneggiano una specifica area della corteccia visiva (V5), scompare la percezione e, con essa, la consapevolezza che l’acqua versata dalla bottiglia al bicchiere “scorre”. Mentre la capacità di percepire forme e colori rimane intatta, il mondo cessa di muoversi. Allo stesso tempo, lesioni selettive di aree neurali vicine (V4) eliminano la capacità di percepire i colori ma non il movimento e le forme. Nonostante ciò, i neuroni del sistema talamo-corticale non sono neuroni speciali ne tanto meno utilizzano, per comunicare tra di loro, un neurotrasmettitore speciale. Essi, come tutti gli altri neuroni, scaricano salve di potenziali d’azione...
Prima di tutto dobbiamo capire
Ritorniamo ad una questione che ci siamo posti qualche articolo fa :un bambino con autismo, quando lo chiamo e non si gira, capisce? Di norma, decidiamo che un essere umano è consapevole se è in grado di comunicarcelo ma non disponiamo di un metodo valido per riconoscerne la consapevolezza quando questa non può essere comunicata. Eppure l’assenza della prova (non si gira) non può essere considerata una prova dell’assenza (non ha consapevolezza che l’ho chiamato). Osservando i suoi movimenti volontari, la scelta dei suoi cartoni preferiti, l’attenzione verso il suo giochino, ecc., ho la certezza che di sicuro ha delle “consapevolezze”. A che punto si trovano le neuroscienze su tale questione?
Da qualche anno si tenta di individuare quegli aspetti dell’attività neurale che,...
Nulla di più grande
Tutto ciò di cui abbiamo consapevolezza ha una propria “configurazione neurale”. Ogni esperienza, in termine di input sensori-motorio, a cui la vita ci sottopone, lascia una traccia. Nel nostro cervello, queste tracce neurali, possono combinarsi consequenzialmente,così la nostra coscienza diviene più grande del cielo. Eppure, tutto quello che esperiamo, definendolo “coscienza” viene specificato dal funzionamento di un pugno di neuroni, ovvero di circuiti e sinapsi situati nel nostro cranio. Non è possibile comprendere le problematiche che stiamo affrontando in questo blog (chi è il soggetto autistico) senza capire il cervello...
Una mente nuova
Quando, agli inizi degli anni 90′ del secolo scorso, affascinato da Carl H. Delacato, cominciai ad interessarmi di autismo, il mio primo obiettivo fu quello di comprendere come una disfunzione del S.N.C. potesse provocare il più severo disturbo del comportamento in età evolutiva:l’ autismo.
Per il mio maestro, il danno neurologico, minimo e diffuso, aveva alterato il processo percettivo nei bambini con autismo. Tutto il corredo sintomatologico doveva essere, necessariamente, secondario a tale disfunzione. Infatti, in medicina, quando viene individuata una causa, questa deve spiegare tutti i sintomi presenti, altrimenti, o ci troviamo di fronte ad un soggetto particolarmente “sfortunato” (con più patologie) oppure, la causa da noi individuata non è quella corretta...
ADESSO BASTA
Marco è un simpaticissimo ragazzo che vive in una grande ed importante città italiana. Ha nove anni, oppure otto o dieci (nome ed età non sono precisi per ovvi motivi), e frequenta la stessa classe della scuola primaria dei suoi coetanei, con il supporto dell’insegnante di sostegno. Quando M. aveva circa 3a., la sua pediatra invitò i genitori a portarlo in visita da un neuropsichiatra infantile, per un aspecifico ritardo nell’acquisizione del linguaggio. Per tale motivo, fu preso in carico dalla struttura specialistica e sottoposto ad un programma di psicomotricità, durato circa tre anni. Inserito nella scuola primaria, senza sostegno, evidenziò da subito, difficoltà nell’integrazione, iperattività, deficit attentivo, oltre che, comportamenti anomali (tendeva a sdraiarsi per terra)...
Necessita ordine e organizzazione
Un cucciolo d’uomo sano, alla nascita ha un sistema nervoso già composto da 100 miliardi di neuroni che, grosso modo, per tutta la vita, costituiranno il suo patrimonio neurale. Anche la conformazione anatomica del sistema nervoso alla nascita è, in gran parte, costituita. Questo significa che, durante la vita embrionale, i neuroni si sono moltiplicati fino al numero prestabilito e sono migrati nelle loro aree specifiche. Nonostante questo, alla nascita la vita di relazione di quel “cucciolo” non ha nulla di specie/specifico, inoltre, sarà richiesto un tempo lunghissimo, rispetto ad altri animali, per realizzarsi...
Dal riflesso al “vedere”
Abbiamo visto, nell’articolo di ieri, che un semplice atto riflesso, richiede non solo una specifica informazione (la tensione tendinea provocata dal colpo del martelletto), ma anche un’organizzazione capace di coinvolgere due distinti nuclei di motoneuroni. Il riflesso (sollevamento della gamba) richiede l’azione integrata del quadricipite (aumenta il tono) e del bicipite femorale (riduce il tono). Ieri, abbiamo anche scritto che, la conformazione del nostro sistema nervoso è quella di un asse longitudinale, con rigonfiamenti craniali (l’ultimo, quello corticale, molto più voluminoso dei due sottostanti). Sul retro della scatola cranica, troviamo il cervelletto...
Informazione-Integrazione
Circa 3,5 miliardi di anni fa, sul nostro pianeta, comparve la vita. Come questo avvenne resta un grandissimo mistero. Frammenti di DNA, per essere “letti”, richiedono un armamentario proteico la cui sintesi necessita dell’informazione contenuta nel DNA. Alla fine, gli uomini di scienza vivono la stessa frustrazione dei comuni mortali: è nato prima l’uovo o la gallina? Quello che sappiamo, è che ben presto( milioni di anni), le forme vitali si organizzarono in una struttura anatomicamente, funzionalmente e geneticamente indipendente: la cellula...
Inconscio o conscio
Il termine coscienza, nel corso della storia recente dell’umanità, ha espresso una moltitudine di significati, in merito alle interpretazioni teologiche, filosofiche e psicologiche. Allo stesso tempo, l’inconscio, a causa del pensiero di Freud, è stato considerato un archivio di contenuti in precedenza consapevoli, un luogo in cui sono spediti e tenuti segreti i pensieri ed i ricordi ansiogeni. Per tali motivi, per non cadere in facili speculazioni, è sempre più frequente nelle neuroscienze, il tentativo di utilizzare i termini di consapevolezza e di inconsapevolezza. Non vi è dubbio che l’uomo possegga, non solo la consapevolezza del sè e del non sè , ma anche la consapevolezza di avere tale conoscenza, in forma soggettiva, ovvero privata (metacognizione).
Altra difficoltà ...
Periferia o centro
Nell’ultimo articolo, ho scritto che, la medicina non è ancora pronta per differenziare gli autismi in base alle specifiche cause. Attualmente, tale ritardo impedisce di prescrivere ad ogni bambino con autismo, la sua “terapia” e la sua “prognosi”. Allo stesso tempo, sono convinto che, una strategia capace di migliorare l’attuale situazione (i bambini vengono adattati ai protocolli terapeutici e non viceversa), debba esserci, necessariamente. Delacato classificò gli autismi in base alla clinica, ovvero ai “sensorismi” presenti all’osservazione, conseguenzialmente, suggerì la prescrizione di esercizi neuroabilitativi, coerenti con i sintomi presenti nei bambini...