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Articolo 2

Non esiste un’unica causa nella genesi dei quadri clinici che, per convenzione, vengono diagnosticati “autismo”. Pertanto, non esistendo uno stereotipato modello clinico, ne un unico protocollo terapeutico, valido per tutti i casi clinici, d’ora in avanti, è auspicabile l’utilizzo del termine “AUTISMI”.

Visto quanto stabilito nell’articolo 1, ribadisco che l’approccio agli autismi non può non essere neurobiologico...

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Ricapitolando

La conclusione che, un bambino si morde la mano e/o si picchia il capo perchè è autolesionista, non è in grado di soddisfare ne la famiglia, ne lo scienziato. Entrambi vogliono sapere cosa accade dentro quel bambino quando si trova in questo “stato”. Anche se, l’approccio non dovesse essere più “dinamico” ma, basato su concezioni “innatiste”(si comporta così in quanto affetto da una malattia organica, chiamata autismo), sarebbe sbagliato. La psicologia ebbe il merito di staccarsi dalla filosofia,ed emergere come scienza. In quanto tale, negli anni xx del secolo scorso, doveva concentrarsi su eventi osservabili : stimolo e risposta. Dopo qualche decennio, ebbe inizio una florida ricerca sul cervello...

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Aspettando l’articolo 2

Uno studio americano ( Università sud California prof. Walter Longo) ha preso seriamente in considerazione che, una dieta a calorie ristrette (Fasting Mimicking diet) potrebbe ribaltare la sintomatologia clinica della sclerosi multipla. Queste prime osservazioni cliniche hanno indotto, gli scienziati, a raccomandare a tutti i pazienti del vasto stato americano, specie quelli con una clinica molto compromessa, di sottoporsi a specifica dieta. Gli effetti riportati sono quelli di un punteggio più alto nelle scale di valutazione per il tremore, movimento, linguaggio e deglutizione, ottenuti dopo una dieta durata da 3 ai 6 mesi...

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Passato, presente e futuro

Il passato rende ognuno di noi ciò che siamo oggi (Nicolao Dumitru 25/maggio/2016)  Questa mattina, leggendo le varie redazioni sportive, ha catturato il mio interesse l’intervista a Dumitru. Questi è un calciatore di 25 anni, che ha giocato il campionato appena concluso nella squadra del Latina, in serie B. All’età di 18 anni era approdato nella squadra del Napoli come una delle più importanti promesse calcistiche. Intervistato sulle cause del suo “insuccesso professionale” ha dato la risposta riportata in alto. Ha mostrato saggezza...

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La favola dello specchio rotto

La nostra capacità penetrante di capire gli altri è dovuta a cellule cerebrali chiamate neuroni specchio. Esse creano i piccoli miracoli della nostra quotidianità, forniscono una spiegazione neurofisiologica plausibile per forme complesse di interazione sociale (Marco Iacoboni 2008).

Prevedo che i neuroni specchio saranno per la psicologia ciò che il DNA è stato per la biologia (Ramachandran 2000).

Le cellule che leggono la mente ovvero i neuroni specchio (New York Times 2006).

La caratteristica fondamentale dei neuroni specchio è che “scaricano” sia quando la scimmia allunga l’arto superiore per afferrare un oggetto sia quando vede un altro farlo...

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Noi ci rispecchiamo

Quando nel 1943, Leo Kanner utilizzò il termine autismo,  lo fece in quanto, era rimasto, dolorosamente colpito, dal deficit di quei bambini nella relazione. Purtroppo, per il futuro dei soggetti con autismo, interpretò male le cause del deficit. Inoltre, non essendo stato preciso nel definire l’intero quadro clinico, favorì quella enorme, quanto dannosa confusione diagnostica, a cui, gli stessi tentativi del DSM non hanno posto riparo. Tutt’altro!

Dopo più di 70 anni, l’errore di Kanner potrebbe trovare una giustificazione, se non professionale, almeno umana. Non vi è alcun dubbio, siamo creature profondamente sociali. Immediatamente percepiamo le intenzioni sociali che ci circondano...

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Gli squali non fanno scioperi della fame

Il fatto che io non sia un attore razionale lo capisco ogni qual volta ritorno nella mia città, Napoli. Nonostante i buoni propositi, non riesco a non mangiare la “sfogliatella-frolla” e la pizza piegata nel tovagliolo mentre passeggio. Ho la piena consapevolezza di come i nostri cervelli siano composti di circuiti neurali multipli, ognuno con degli output, in competizione tra loro. Non posso non pensare che questa regola biologica non valga pure per Davide.Lui è un bellissimo ragazzo pugliese, al quale è stato diagnosticato l’autismo, all’età di due anni. Ogni qual volta entra nel mio ambulatorio, senza rivolgere sguardi o saluti a chicchessia, corre nella stanza dei programmi e, nonostante non sia piccolo di costituzione, si stende sul pavimento...

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I Sensi Umani

Negli ultimi 100.000 anni la specie umana ha compiuto un meraviglioso viaggio, passando da una vita come cacciatore-raccoglitore, ove l’uomo sopravviveva con avanzi di cibo, ad una vita “globalizzata”. Spesso, questa fuga in avanti, viene attribuita a quei due chili di cellule contenute nel nostro cranio. Eppure, è il corpo umano nel suo insieme, ad essere un capolavoro di complessità e bellezza. Una sinfonia di quaranta milioni di miliardi di cellule che lavorano all’unisono. Ma  l’uomo ha dei limiti. I nostri sensi pongono una barriera su quello che siamo in grado di fare.  L’uomo può conoscere solo quello che i propri sensi possono trasdurre. L’umanità intera è affascinata dall’idea di unire biologia e tecnologia al fine di trascendere i propri limiti.

Nel “lontan...

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Il tourettico dislessico ed il down autistico

Qual è una grave conseguenza dell’approccio “vecchio”? Quello che, ogni bambino con una problematica neurologica, viene collocato nel suo “contenitore”.

Matteo ha 7 anni e da mesi manifesta tic motori, talvolta anche vocali, oltre alla tanto pubblicizzata parolaccia. Il professionista di turno non manifesta dubbi. Di sicuro, la sindrome di tourette è responsabile del quadro clinico.

Il prossimo bambino che entra nell’ambulatorio pediatrico  fallisce ai comuni test di letto-scrittura. Frequenta la terza elementare e non consegue lo stesso successo didattico dei suoi coetanei. La diagnosi è quella di D.S.A.(disturbo specifico dell’apprendimento), il contenitore sarà quello dei dislessici.

Invece, Marco ha 5 anni...

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