L’autismo rappresenta una condizione clinica che, a secondo dei casi, può essere generata da differenti cause. Altra caratteristica, sovente sostenuta negli ambienti scientifici, è quella di considerare l’autismo una patologia multifattoriale ovvero, più cause possono “concorrere” alla sua insorgenza. Perchè mai, allora, dovremmo considerare folle l’idea di proporre ad un bambino autistico un regime dietoterapico, specie in presenza di stipsi ostinata e/o diarree frequenti, visto che, in tali condizioni, la presenza di alti indici infiammatori è la norma ? La stessa “paura” di vaccinare un bambino, perchè dovrebbe scientificamente essere considerata “irrazionale” e priva di ogni logica?
Recentemente, la ricerca scientifica ha scoperto che, chi assume farmaci immunosoppressori, ha maggiori probabilità di sviluppare la leucoencefalopatia multifocale progressiva (rara e grave malattia del cervello). Grazie al recente contributo di un gruppo di ricercatori americani, siamo venuti a conoscenza che, l’insorgenza di questo drammatico quadro clinico è legato ad una mutazione nel poliomavirus, un virus molto comune, presente nell’86% della popolazione, senza provocare danni. Nei pazienti immunodepressi, quali soggetti trapiantati o malati di AIDS, questo virus, innocuo fino ad allora, scatena un grave processo infiammatorio della mielina. Il danno mielinico, con i conseguenziali sintomi e segni neurologici, sono dovuti ad una mutazione subita dal virus (si modifica un aminoacido del suo citoscheletro ), sostenuta dall’immunodeficienza del soggetto e dai farmaci che assume (immunosoppressori).
Quanto descritto rappresenta un esempio di come, una condizione neurologica, fino a qualche mese fa di difficile interpretazione diagnostica, trova la sua genesi nell’ambito di differenti fattori che intervengono a differenti livelli : 1) neurale (il grave quadro clinico è conseguenziale al processo infiammatorio mielinico che altera la funzione dei circuiti neurali) 2)corpo ( lo stato di salute di quel corpo condizionato dal trapianto e/o da una malattia provocante immunodeficienza) 3) ambiente (farmaci immunosoppressori e presenza di poliomavirus).
Quello che voglio sottolineare è che non faremo strada fino a quando non tratteremo l’autismo come una condizione riguardante l’interazione cervello/corpo/ambiente, ove l’ambiente non è rappresentato solamente da quei fattori dinamici, sui quali, storicamente, abbiamo posto le nostre uniche attenzioni. L’ambiente a cui alludo va dal cosa mangiamo, fino al prestare la massima attenzione a quella immensa popolazione di virus e batteri che condividono la nostra storia, formando il nostro ambiente.
Ovviamente, se volessimo percorrere un bel pezzo di questa nuova strada, non avremmo alternative, la relazione cervello/corpo/ambiente va studiata e compresa in termini BIOLOGICI