In merito a tale proprietà biologica ( neuroplasticità/apprendimento) abbiamo , giustamente, stabilito che l’uomo deve essere sottoposto a processo educativo sin da piccolo, ovvero prima che apprenda cattive abitudini. Allo stesso tempo non è pensabile che una certa pediatria ancora sostenga che , di fronte ad un primo allarme da parte dei genitori, la cosa più importante da fare sia quella di “tranquillizzare la mamma”. Successivamente, la neuropsichiatria infantile, dinanzi all’evidenza ,possa continuare a pensare che la cosa più importante da fare sia quella di “misurare” per mesi il comportamento anomalo ,aspettare mesi per “conoscere la genetica” di quel bambino e non prescrivere IMMEDIATAMENTE un programma neuroabilitativo per “porre fine” alla stereotipia.
Non è il dottor Parisi che scrive queste cose ,bensì la neurobiologia che sostiene queste nuove conoscenze scientifiche. L’alternativa sarebbe quella di ritornare ad un passato privo di fondamenta biologiche.