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Siamo tutti un po’ (o tanto) instabili.

L’idea che il nostro cervello sia immutabile o geneticamente cablato, per cui quando una noxa patogena ne altera la struttura ed il funzionamento, appartiene ad un passato oramai sepolto. Le neuroscienze ci presentano il cervello come un organo con vincoli biologici predefiniti (numero delle cellule nervose, migrazioni cellulari in aree prestabilite in quantità definita) ma, allo stesso tempo strutturato, nella sua organizzazione più fine, dalla sua costante interazione con il mondo (esperienza). Ciò vale non solo per le aree cerebrali direttamente connesse al mondo esterno, come le aree corticali sensoriali, ma anche per quelle aree evolutivamente più recenti o più anteriori, quali le cortecce associative secondarie e terziarie, ove le abilità astrattive umane trovano la loro genesi...

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Articolo 9

Articolo 1 : trattandosi di un’anomalia del comportamento non può essere proponibile un approccio al ” problema ” che non sia in termini neurobiologici. Allo stato, solo attraverso la neurobiologia lo studio del comportamento umano è reso sondabile e trasparente.
Articolo 2: non esiste un’unica causa nella genesi di tutti i quadri clinici diagnosticati “autismo”. Per tale motivo è necessario che la comunità scientifica si impegni nel classificare gli autismi ai fini terapeutici e prognostici.
Articolo 3: la tipicità neuroanatomica specifica dell’autismo consiste in un’alterazione della connettività tra neuroni, talvolta evidente sin dalle prime fasi dello sviluppo.
Articolo 4: le ipotesi di trovare un sistema specifico dell’autismo si sono infrante...

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Le terapie possono essere dannose

Tra gli anni 60 e 90 del secolo scorso, quelli in cui mi sono formato accademicamente, la ricerca biologica sull’autismo è stata denigrata. I pochi ricercatori che applicavano i principi biologici alla base della comprensione del disturbo autistico in età evolutiva venivano considerati, nella migliore delle ipotesi, biologi deterministi, che ignoravano i processi psicologici e sociali.

Non vi sono più dubbi ,oggi, sul ruolo della biologia nella genesi del disturbo autistico. L’autismo è causato da un cattivo funzionamento dei circuiti neurali conseguenziale ad una noxa patogena nella sfera cervello/corpo/ambiente, tenendo presente che, quando parliamo di ambiente, non ci riferiamo ai genitori, all’abitazione o al vicinato.

Siamo però all’inizio...

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Il poliomavirus

L’autismo rappresenta una condizione clinica che, a secondo dei casi, può essere generata da differenti cause. Altra caratteristica, sovente sostenuta negli ambienti scientifici, è quella di considerare l’autismo una patologia multifattoriale ovvero, più cause possono “concorrere” alla sua insorgenza. Perchè mai, allora, dovremmo considerare folle l’idea di proporre ad un bambino autistico un regime dietoterapico, specie in presenza di stipsi ostinata e/o diarree frequenti, visto che, in tali condizioni, la presenza di alti indici infiammatori è la norma ? La stessa “paura” di vaccinare un bambino, perchè dovrebbe scientificamente essere considerata “irrazionale” e priva di ogni logica?

Recentemente, la ricerca scientifica ha scoperto che, chi assume farmaci immunos...

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Fino a quando si può iniziare a parlare.

Sulle origini del linguaggio umano si sono confrontate, negli ultimi decenni, due teorie: quella gestuale e quella vocale. Secondo la teoria gestuale, come ho ampiamente documentato negli articoli precedenti, si sostiene  che il linguaggio si sia evoluto da un sistema di gesti che cominciò ad esprimersi quando gruppi di scimmie, assumendo la postura eretta, resero disponibili le mani per forme di comunicazioni sociali ovvero, per stabilire alleanze (specie con lo spulciamento). La teoria vocale invece propone che il linguaggio si sia evoluto dai vocalizzi dei primi primati, deputati, come abbiamo visto, ad esprimere eccitamento e/o paura...

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Parlava,poi ha smesso, ora non parla più.

Ho impegnato circa 30 anni nello studio delle neuroscienze, cercando di applicare tali conoscenze nella diagnosi e cura delle cerebrolesioni in età evolutiva. Ho incontrato migliaia di famiglie di bambini cerebrolesi ,la maggioranza erano genitori di bambini con autismo. Nulla “inquieta” i genitori quanto l’assenza del linguaggio dei loro bambini. Sovente mi è stato chiesto perchè quel bambino ,pur pronunciando intorno ai 12 mesi di vita diverse parole, aveva poi smesso, totalmente ed all’improvviso, di parlare. Per tale motivo, spesso si sostiene che un vaccino abbia potuto provocare l’insorgere dell’autismo poichè, nessun altro ipotetico evento patogeno viene rilevato nella storia di quel bambino, intorno a quell’epoca della sua vita.

Non ho alcuna competenza scientific...

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Il cervello parlante

Sottoponendo le ipotesi sulle origini del linguaggio ad un approccio neurobiologico evolutivo ovvero, biocognitivo, emerge che, i mutamenti nell’organo foniatrico, cioè nel tratto vocale, nell’innervazione della lingua, nel controllo del respiro, furono necessari ma non sufficienti, per la comparsa della comunicazione verbale per emettere parole dobbiamo “sincronizzare” con precisione la produzione del suono e , dunque, i movimenti della lingua e delle labbra. Per parlare, nel senso reale del termine, dobbiamo organizzare ulteriori strutture cerebrali capaci di “controllare la percezione”, al fine di consentire di dire ciò di cui vogliamo parlare...

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Una curiosità “biocognitiva”

Quanto tempo dobbiamo attendere per avere una risposta verbale ovvero, fino a quanto dobbiamo contare, prima di fare un’altra domanda?

Come ho scritto in altri articoli del blog, non vi è alcun dubbio che siamo ANCHE cognitivi.

Senza alcuna possibilità di essere smentiti, possiamo affermare di essere in possesso di almeno due tipi di pensiero: quello automatico e quello logico o razionale. Il primo è decisamente pratico ed estremamente comodo in tutte quelle situazioni ove possiamo cavarcela grazie alle convinzioni, abitudini, opinioni, stereotipi, esperiti nel corso di tutta la nostra vita. Esso è rapido e più naturale del pensiero logico o razionale...

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Dalla psicanalisi a Delacato

Siamo una delle tante tappe del processo evolutivo. Nel corso dell’evoluzione, sotto la spinta di fattori adattivi, si è generato, ovvero si è evoluto, il tipo di corpo che abbiamo ed i circuiti cerebrali con la loro tipica organizzazione che possediamo.Solo all’interno di un’ intima relazione corpo-cervello-ambiente possiamo tentare di comprendere chi siamo, cosa facciamo e di quale sostanza sia la consapevolezza che abbiamo. Dalla prospettiva di un uomo di scienza contemporaneo i principi biologici  possono aiutarci nel favorire i progressi di conoscenza.

L’autismo è un quadro clinico secondario ad un’alterazione primaria della circuiteria cerebrale.Per tale motivo, la relazione corpo-cervello-ambiente, inevitabilmente, viene ad essere modificata.Gli psicostati che osservia...

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La scapola parlante

Negli articoli precedenti, più volte abbiamo ribadito come, sovente, il linguaggio sia stato considerato un “epifenomeno” che, come dono ricevuto, non richiedeva una spiegazione ontogenetica. Eppure l’uomo sviluppa l’abilità del parlare in un lungo periodo della sua vita. Infatti, un bambino emette le sue prime parole intorno ai 18 mesi e, sei mesi dopo, ha un vocabolario di circa cinquanta parole, abbozzando i suoi primi discorsi. Dai 24 ai 36 mesi impara quotidianamente nuove parole, per poter utilizzare a tre anni circa mille vocaboli. A sei anni, il bambino vissuto in un ambiente stimolante, usa e capisce circa 13.000 parole; il suo vocabolario cresce quotidianamente di altre quattro volte fino ai 18 anni...

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