Siamo condannati ad imparare: la neuroplasticità (parte seconda)
Le prime indagini neuroscientifiche sulla plasticità cerebrale risalgono alla metà del secolo scorso, grazie ai contributi del neurofisiologo polacco Konorski (allievo di Pavlov) e del neuropsicologo canadese Hebb. Infatti, nel 1949, il primo formulò la teoria che i collegamenti sinaptici tra cellule nervose si modificano (plasticità) con l’apprendimento condizionato, mentre il secondo ipotizzò che la frequenza, l’intensità e la costanza dello stimolo sensoriale fossero condizioni capaci di regolare la forza delle sinapsi, ovvero dell’apprendimento.
Altra figura illustre ed importante ai fini delle nostre conoscenze in merito alla neuroplasticità è stata quella del neurofisiologo americano Paul Bach-y-Rita che ebbe il merito di conoscere, per primo, la capacità della corteccia ...