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L’Organizzazione Neurologica secondo Carl H. Delacato della dottoressa Teresa Rispoli

Scritto dalla dottoressa Teresa Rispoli educatrice iscritta al primo anno del Master sulla metodologia Delacato

Per molti anni ho lavorato come educatrice con bambini in difficoltà, principalmente bambini affetti da disturbi dello spettro autistico, programmando e organizzando percorsi cognitivo- comportamentali trascurando l’aspetto più importante: L’ORGANIZZAZIONE NEUROLOGICA. Ho seguito un protocollo che sembrava adatto per questi bambini non considerando per niente l’importanza e il ruolo che l’aspetto neurologico svolge nelle disfunzioni piccole o grandi, dei bambini, e nelle loro sintomatologie comportamentali, intellettive, motorie o relazionali.

La vita di tutti i giorni è organizzata per stabilire un equilibrio tra noi e il mondo esterno e basta poco per distruggere quest’equilibrio.

Perché non lavorare allora prima su quello che c’è “dentro” e poi su quello che c’è “fuori”? La risposta è semplice: ciò che si “vede” sembra più chiaro ed è certamente più semplice da affrontare!

Il concetto di Organizzazione Neurologica ebbe origine con il Dott. Temple Fay Neurologo e Neurochirurgo, nel 1930. Il Dott. Fay dedicò, dal 1943, la parte più importante dei suoi studi all’Organizzazione Neurologica e alle terapie per il recupero dei pazienti con cerebrolesione. Ebbe come allievi:Glenn Doman fisioterapista,Robert Doman fisiatra e Carl Delacato dottore in Scienze dell’Educazione, che portarono avanti i loro studi e le loro ricerche proprio in quest’ambito,attraverso le “teorie per lo sviluppo del potenziale umano.”

 La Teoria dell’Organizzazione Neurologica fu enunciata nel 1959 da C. H. Delacato, che la presentò, citando le sue parole, come “Quella condizione fisiologicamente ottimale che esiste unicamente nell’uomo ed è il risultato di uno sviluppo neurale ontogenetico globale e ininterrotto,che ricapitola lo sviluppo neurale filogenetico“.

Carl H. Delacato si è dedicato allo studio del sistema nervoso umano, affrontando l’argomento sia da un punto di vista antropologico, guardando all’evoluzione di questo complesso sistema, sia da un punto di vista strettamente medico. A sollecitarlo verso questo tipo di ricerca è stato l’incontro, durato tutto una vita, con i bambini affetti da paralisi cerebrale infantile, da sindrome autistica e da disturbi dell’apprendimento. I risultati del suo impegno sono stati l’ideazione di un approccio neuroriabilitativo senso/motorio, oggi conosciuto come Metodo Delacato di Organizzazione Neurologica         

La Metodologia, secondo quanto si proponeva Delacato, doveva essere uno strumento sia diagnostico sia riabilitativo. Nella fase iniziale, quella della diagnosi, l’approccio doveva poter essere un mezzo utile per individuare le alterazioni prodotte sul sistema senso-percettivo: la lesione cerebrale   determina   un   disturbo   motorio   o   del   comportamento   (sindromi   autistiche)   o dell’apprendimento.   Nella   seconda   fase,  quella   prettamente   riabilitativa,   il   Metodo  doveva strutturarsi in modo da determinare un equilibrio nei processi percettivi, sfruttando la naturale capacità del cervello umano di rispondere con una nuova organizzazione neuronale a stimoli ordinati secondo una bassa intensità, una valutata durata e una frequenza quotidiana.

 L’Organizzazione Neurologica, in ogni essere umano, ha inizio durante il primo trimestre di gestazione e va a compimento intorno ai sette anni. Questo sviluppo ordinato inizia e procede in modo verticale, dal midollo spinale, lungo tutte le altre aree del Sistema nervoso centrale fino a raggiungere il livello corticale in cui si divide nei due emisferi cerebrali determinando una specifica specializzazione di queste strutture. 

L’Organizzazione Neurologica può ritenersi completa quando ogni tappa di sviluppo è terminata, ogni riflesso intrauterino, primitivo e posturale è integrato a livello corticale, quando tutti i sensi sono integrati tra di loro e, infine, l’emisfero destro o quello sinistro acquisisce dominanza in particolari domini e si sviluppa un’integrazione interemisferica. 

Tale concezione si basa sull’idea che l’ontogenesi possa ricapitolare la filogenesi, ovvero le diverse tappe sequenziali di sviluppo individuale ripercorrono lo sviluppo delle specie viventi, dalle forme inferiori a quelle più evolute.

Essa consente di far funzionare correttamente e con coerenza un individuo. Determina l’acquisizione, l’elaborazione e la produzione di tutti i dati necessari a potersi rapportare con se stesso, con l’ambiente e con i propri simili, permette al proprio corpo di muoversi coerentemente, ricevere, filtrare ed elaborare in modo preciso ed appropriato tutti i dati che giungono dall’ambiente attraverso i sensi.

Riguarda ogni essere umano: la sua interruzione, dovuta a cause genetiche, insulti ambientali, traumi fisici, malattie congenite, lesioni cerebrali o deprivazione di stimoli sensoriali, può condurre a disfunzioni comportamentali, metaboliche, di linguaggio, di apprendimento, posturali, sensoriali e di propriocezione.

Attraverso un lavoro coordinato di organizzazione neurologica, metabolica, sensoriale, posturale e della struttura è possibile ripristinare le funzioni alterate di un individuo e avviarle verso la normalizzazione.

Per fornire un esempio del tipo di intervento che l’ipotesi delacatiana implica, prendiamo spunto dal suo libro “Problemi di apprendimento e organizzazione neurologica” (1980).

Questo   testo   fu   scritto   per   illustrare   l’approccio   sensori-motorio   ai   problemi   di apprendimento e sconvolse completamente il mondo della Pedagogia rendendo il dott. Delacato famoso in tutto il mondo (Il libro è stato tradotto in decine di lingue). Egli, oltre a formulare il principio fondamentale dell’Organizzazione Neurologica, chiarì come i problemi di apprendimento fossero il risultato di una alterata percezione, che determina a sua volta una non riuscita lateralizzazione delle funzioni cerebrali, cosa questa che, nel suo completo raggiungimento rappresenta l’esito finale per una integrata Organizzazione Neurologica.  

L’intervento riabilitativo che ne derivava, considerando le difficoltà che si incontrano nell’apprendimento, proponeva all’inizio un approccio fondamentalmente inserito in esercizi di attività motoria tendente a ristabilire un corretto equilibrio tra i due emisferi cerebrali e quindi, una serie di stimolazioni sensoriali finalizzate a determinare o a rinforzare una corretta distribuzione delle funzioni che devono essere lateralizzate nel cervello umano. 

Quando il sistema nervoso sarà ben sviluppato, organizzato e coordinato, si potranno riscontrare visibili o importanti recuperi.

La crescita del cervello è un processo dinamico, in mutamento continuo e caratterizzato dalla plasticità neuronale. Le cellule nervose sono plastiche per tutta la vita e il sistema nervoso è in grado di organizzarsi: il cervello umano è il prodotto del processo evolutivo ed è ricco di circuiti neuronali in parallelo.

Lo sviluppo del sistema nervoso può, quindi, venire arrestato o rallentato da una lesione o limitato dall’assenza di input sensoriale, oppure accellerato e accresciuto aumentando gli stimoli sensoriali:la funzione e l’uso determinano la struttura delle varie parti del corpo.

Per assicurare l’accrescimento del cervello, sono necessarie, quindi, numerose, frequenti, intense e durature stimolazioni. Aldilà della causa della lesione cerebrale e di qualsiasi sia la problematica che essa produce,la lesione va trattata con le stesse modalità, in base alla posizione del blocco che si è creato.Le cause possono essere numerose, ma il luogo in cui ricercare una spiegazione e a cui mirare nella riabilitazione è IL CERVELLO stesso.

 

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