Domani, venerdì 15 giugno 2018, la società italiana di pediatria emanerà le Linee Guida riguardanti l’utilizzo dei smartphone e tablet in giovane età.
In linea con l’indirizzo biologico da sempre privilegiato dal blog, “autismo fuori dagli schemi”, per facilitare la comprensione degli argomenti trattati, la dottoressa AnnaLisa Buonomo, direttore scientifico del Centro Studi e Ricerche per le Neuroscienze dello Sviluppo Carl e Janice Delacato ha scritto quanto segue:
Dopo due settimane si tende a ricordare il 10% di ciò che si legge, il 20% di ciò che si vede ed il 90% di ciò che diciamo e facciamo( E Dale, 1946)
Le neuroscienze del XXI secolo hanno confermato questo andamento: gli esami neuro strumentali, infatti, hanno evidenziato che un apprendimento può dirsi tale se c’è una piena partecipazione da parte del soggetto. Il coinvolgimento totale del corpo, con le sue implicazioni motorie ed emotive, è , dunque, la porta perché si passi da una mera fase di memorizzazione sequenziale ad un apprendimento consapevole.
L’uso indiscriminato e molto precoce( prima dei 2 anni) di strumenti quali tablet, smartphone disattende ogni principio biologico ed educativo, ma soprattutto crea un inganno riabilitativo.
La costante integrazione nervosa tra i sistemi sensoriali costituisce un legame funzionale molto forte, al punto tale che i disordini specifici di una modalità sensoriale possono essere compensati da un’altra modalità. Pertanto, bambini con un neuro sviluppo atipico che faticano nella percezione degli input sensoriali tattili e propriocettivi tenderanno a rapportarsi con il mondo esterno quasi esclusivamente con il sistema visivo.
Il supporto della visione alle carenze propriocettive e tattili è una risposta immediata dell’organismo, così come potrebbe essere immediato poggiare tutto il peso del corpo su di un solo lato in presenza di una contrazione muscolare molto forte sull’altro lato. Se sembra logico in questo caso che l’intervento riabilitativo debba essere diretto là dove si registra la contrazione muscolare, non si riesce a comprendere come nella riabilitazione delle patologie del comportamento, si scelga di intervenire sull’elemento di compensazione.
Abbagliati dalle abilità visive di molti soggetti con neuro sviluppo atipico, si sceglie come strumento riabilitativo esclusivamente l’immagine, preferibilmente con una luminosità molto forte quale quella dei tablet e smartphone, entusiasti della facilità con cui il bambino riconosce i dettagli, memorizza lunghe sequenze spaziali, e controlla l’eventuale iperattività.
Queste abilità portate all’estremo avranno un prezzo altissimo oltre ad essere un inganno riabilitativo
Il rischio è di creare nei bambini una totale dipendenza dall’immagine( in particolare dalla luminosità) e di favorire delle rigidità visive: attenzione eccessiva ai dettagli e non all’insieme della figura, disincentivo all’ascolto prolungato, uso quasi esclusivo delle memorie visive spaziali.
La predisposizione ad un sistema visivo molto efficiente può essere la spia di una carenza nel sistema propriocettivo, tattile e/o uditivo, un atto riabilitativo per essere considerato tale dovrà agire coerentemente sui disordini funzionali delle modalità sensoriali più carenti.
Chi fa riabilitazione nel rispetto dei principi biologici universali, purtroppo, è costretto a scegliere la strada più difficile, lo dobbiamo ai bambini che incrociano la nostra strada.