……” Amanti e pazzi hanno tali fervide menti,
tale feconda immaginazione, che concepiscono
più idee di quante la fredda ragione possa mai intendere
Il lunatico, l’amante e il poeta sono fatti tutti di immaginazione……”
ShaKespeare, nel “Sogno di una notte di mezza estate”, mette in bocca ai suoi personaggi fantastiche parole di elogio della follia in relazione alla creatività. Il poeta ci dice che la creatività e la fantasia sono doti umane, particolarmente evidenti nella follia e legate in qualche modo all’amore ed all’arte.
Il funzionamento del cervello è considerato normale su base statistica, cioè quando i repertori comportamentali (risposte all’ambiente) corrispondono a quelli della maggior parte delle persone, patologico altrimenti. Tra questi due estremi, però, c’è un’ immensa varietà di stati intermedi, sempre correlati a cambiamenti dell’ Organizzazione Neurologica e della chimica cerebrale (certi aspetti della follia non sono dovuti solo a deficit di circuiti nervosi nel senso di una diminuita funzione, ma anche ad iperfunzioni).
Allo stesso tempo, sovente ci siamo chiesti se gli autistici fossero più o meno creativi dei neurotipici, se gli Asperger fossero più geniali del resto della popolazione, se per essere geni fosse obbligatorio essere anche folli.
“Autismo fuori dagli schemi”, coerente con i suoi scopi ed il suo modo di trattare i disordini del neurosviluppo, non entra nel merito di “appiccicare” etichette, preferendo fare un ragionamento scientifico, al fine di comprendere cosa accade in un cervello quando i comportamenti ed i pensieri si allontanano da una media statistica (normalità).
Ancora una volta, per tentare di comprendere l’argomento (cosa deve accadere in un cervello affinchè comportamenti, pensieri, abilità, si discostino dalla norma), facciamo ricorso alla teoria globale del darwinismo neurale di Edelman.
Secondo la teoria di Edelman, tutte le connessioni e le vie anatomiche del cervello di una data specie animale si selezionano nel corso dell’evoluzione e dello sviluppo.
Questo significa che nasciamo con un numero di geni insufficienti per specificare l’architettura sinaptica di cervelli complessi come il nostro. Appare ovvio che, avere un cervello umano e non un cervello di scimpazè dipende dalla genetica. Ma, sia le informazioni genetiche che le reti neuronali, sono estremamente variabili in quanto le loro differenti forme di espressione dipendono dal contesto ambientale e dall’esperienza personale.
Pertanto, essendo il cervello incarnato ed il corpo inserito nell’ambiente, le mappe e le connessioni neuronali, come le istruzioni genetiche, sono modificate non solo da ciò che percepiamo, ma anche da come ci muoviamo.
In effetti, NOI siamo il nostro corpo con la sua storia.
Circa un decennio prima dell’esposizione di tale teoria (teoria globale del darwinismo neuronale), Edelman aveva ricevuto il premio nobel per la medicina, per aver scoperto che il riconoscimento immunitario avviene per selezione e non per istruzione.
Esistono ben cento miliardi di linfociti, ognuno con un certo tipo di anticorpo alla superficie. Quando un antigene estraneo si lega, grazie agli anticorpi che corrispondono alla sua forma, ad uno o più linfocita, queste cellule ricevono un segnale per dividersi e produrre maggiori quantità di quell’anticorpo (selezionismo).
Per Edelman, il cervello, come il sistema immunitario, è un sistema selettivo che opera nell’arco della vita di un individuo. Le variazioni microscopiche cerebrali sono la conseguenza di un processo di selezione continua.
Persino nel feto, i neuroni che scaricano insieme si cablano insieme.
Questa incessante selezione esperienziale farà si che alcuni circuiti neuronali saranno favoriti rispetto ad altri. Allo stesso tempo, il sistema produrrà risposte adattive grazie al RIENTRO.
Il RIENTRO è la segnalazione incessante da una certa mappa neuronale ad un’altra e poi di nuovo alla prima lungo assoni o fibre nervose massicciamente parallele onnipresenti nei cervelli dei primati.
Quello che risulta avere enorme importanza è che le vie di segnalazione rientranti cambiano costantemente di pari passo con il pensiero e con i comportamenti.
Dunque, il cervello umano è un sistema basato sulla selezione e non su istruzioni, ove gran parte del neurosviluppo è influenzato dal fatto che i neuroni che scaricano insieme si cablano insieme.
Per Edelman, la genialità come la follia, la creatività come le difficoltà nell’eseguire un compito, la maniacalità come la depressione, derivano da alterazioni della sincronizzazione del rientro tra aree corticali superiori (conoscenza del mondo) ed aree sottocorticali (regolazione omeostatica).