Negli ultimi articoli del blog ho trattato alcune proprietà biologiche dei sistemi nervosi complessi, quali la neuroplasticità e l’apprendimento (adattamento, sensibilizzazione, desensibilizzazione, condizionamento, LTP), oltre al processo correlato a tali proprietà, ovvero il comportamento.
Ovviamente, il tutto richiede un ambiente o contesto capace, attraverso i sensi e la risposta motoria ad essi correlata, di “modellare” il Sistema Nervoso (organizzazione neurologica).
In questo articolo, grazie ad una recente scoperta scientifica, voglio portare all ’attenzione dei lettori del blog, un esempio pratico di questi concetti biologici.
E’ noto da tempo che il cervello dei neonati è estremamente sensibile alle cure materne (argomento già trattato in precedenti articoli del blog).
Infatti, sappiamo che le attenzioni della madre nei primi mesi di vita influenzano in modo critico il neurosviluppo, con effetti sul comportamento che possono manifestarsi anche a distanza di anni.
Quello che la scienza sta cercando di svelare negli ultimi tempi sono i meccanismi che legano le cure materne alla “buona organizzazione neurologica”.
In uno studio del 2014, la biologa Catia Texeira, ha dimostrato che la serotonina (neurotrasmettitore) regola questi meccanismi.
Infatti, la scienziata portoghese, studiando un gruppo di ratti separati dalla madre e, dunque, deprivati del con-tatto poco dopo la nascita, ha scoperto che l’assenza della madre dal nido modificava nei cuccioli i ritmi delle onde cerebrali, segno di un deficit dell’integrazione dei circuiti neuronali.
Allo stesso tempo, il gruppo di studio ha verificato che, iniettando nel cervello dei piccoli ratti una sostanza capace di bloccare l’azione della serotonina, anche a con-tatto con la madre, il cervello dei cuccioli reagiva (alla misurazione delle onde elettriche cerebrali) come se fosse stato privato delle sue “cure”, dimostrando che la serotonina è uno dei neurotrasmettitori che mediano la risposta del cervello in via di sviluppo alle cure materne.
In altri termini possiamo dire che, alla nascita, il cucciolo di ratto, come quello di tutti i mammiferi, possiede un cervello non ancora organizzato.
Infatti, la moltiplicazione e la migrazione neuronale, verificatesi durante la gestazione, non risultano essere sufficienti per garantire un corretto “comportamento”.
E’ necessario che vengano selezionati sia i circuiti neuronali che i neurotrasmettitori.
E’ solo attraverso una “corretta” selezione esperienziale (nell’esempio il con-tatto con la mamma) che il cucciolo selezionerà “corretti” circuiti neuronali e “giusti” neurotrasmettitori (grazie alla neuroplasticità ed all’abituazione, sensibilizzazione e desensibilizzazione degli stimoli tattili).
La privazione delle cure materne, pertanto, comporterà un neurosviluppo atipico sia per quanto riguarda la struttura del circuito, sia per la funzione svolta dai neurotrasmettitori.
Siccome la relazione ambiente/corpo/cervello non è lineare o gerarchica, bensì circolare, appare evidente che, nei bambini con disturbo dello spettro autistico, il cucciolo d’uomo darà un “significato” diverso alle sue esperienze in conseguenza del danno neurologico primario riportato nel corso della sua breve storia.
Solamente attraverso il suo corpo, per mezzo di “stimolazioni sensoriali organizzate”, utilizzando la proprietà biologica dei neuroni di abituarsi, di sensibilizzarsi, di desensibilizzarsi, oltre che la loro proprietà biologica di essere plastici, possiamo provare a “rimodellare” i circuiti neuronali, oltre che la concentrazione di specifici neurotrasmettitori.