Il fatto di afferrare una palla rappresenta un problema immenso per una macchina (lo sanno bene gli ideatori delle intelligenze artificiali), perchè per farlo occorre che le informazioni visive e motorie siano analizzate ed integrate istante per istante. Allo stesso tempo, sappiamo benissimo che non abbiamo alcuna capacità di solleticarci da noi stessi. Infatti, l’area cerebrale ove giungono le informazioni provenienti dai recettori tattili è informata, già in anticipo, che sono i “movimenti delle nostre dita” i responsabili della stimolazione tattile.
Questi processi complessi si verificano perchè il nostro cervello può svolgere molte funzioni senza la partecipazione della consapevolezza (inconscio).
Per circa un secolo (quello appena passato) l’inconscio è stato identificato come una forza oscura, che bisognava dominare con la coscienza (cognizione).
Questa visione molto nebulosa della nostra “psiche” si era originata, soprattutto, per mezzo di Freud. Secondo il neurologo viennese, fondatore della psicoanalisi, delle pulsioni profondamente radicate, specie energia sessuale o libidine, gorgogliano continuamente sotto la superficie della coscienza. Per Freud, i principi appresi della morale dovevano tenere, con fatica, sotto controllo queste forze oscure (inconscio).
Le moderne neuroscienze hanno del tutto demolito l’immagine dell’uomo come governato da poteri psichici oscuri, dai desideri segreti dell’inconscio, in permanente lotta con le esigenze della sua coscienza.
Nel 2019, coscienza ed inconscio (consapevolezza ed inconsapevolezza) non sono dei concorrenti che si battono dentro di noi, nè si confrontano l’uno contro l’altro.
Le neuroscienze moderne hanno definitivamente chiarito che inconscio e coscio (inconsapevolezza e consapevolezza) sono della stessa materia (cellule nervose, glia, sinapsi, neurotrasmettitori, neuromodulatori, circuiti neuronali).
Quello che li differenzia è il livello di ORGANIZZAZIONE NEUROLOGICA (per avere consapevolezza è necessaria un’ integrazione massimale dei circuiti neuronali, il che richiede una corteccia cerebrale fatta di sei strati con cellule nervose, nel quarto strato, dotate di un lungo assone intracorticale).
Pertanto, per le neuroscienze moderne, l’inconscio è tutto tranne un angolo in cui possiamo chiudere i nostri pensieri indesiderabili o le nostre pulsioni segrete. Anzi, l’inconscio (inconsapevolezza o memorie non dichiatative) rappresenta l’insieme delle sequenze di reazioni automatiche che stanno alla base delle nostre percezioni e dei nostri pensieri.
Dunque, il termine inconscio, per le moderne neuroscienze, include le percezioni subliminali, i movimenti automatizzati, le associazioni spontanee, fino a quegli stereotipi che guidano i nostri comportamenti senza che noi lo sappiamo.
Gran parte dei circuiti neuronali che elaborano questa attività nervosa si trovano nel midollo spinale, nel tronco cerebrale (bulbo, ponte, mesencefalo), nel talamo e nel cervelletto.
A proposito del CERVELLETTO (fu la prima sede anatomica, individuata dai ricercatori negli anni ottanta dello scorso secolo, considerata compromessa nell’autismo), tra le varie teorie sulla genesi di molte patologie di interesse psichiatrico (depressione, disturbo bipolare), sta ricevendo sempre più credito scientifico un’ipotesi, secondo la quale, i virus dell’herpes (rosalia ed altre infezioni ) provocherebbero disturbi del comportamento infettando i neuroni di Purkinje (grossi neuroni cerebellari, dotati di un intricato complesso di arborizzazioni dendritiche).
L’infezione, dunque, non riguarderebbe la corteccia cerebrale ma il cervelletto, che svolge un ruolo importante nell’apprendimento motorio, nel controllo del tono muscolare e nella fine motricità, nell’equilibrio, nelle posture, nelle percezioni (a livello inconscio o inconsapevole).
Alcuni ricercatori statunitensi, oltre a loro colleghi di altre università (Università di Wurzburg, Germania), hanno studiato banche dati di biopsie cerebrale di esseri umani trovando un’importante conferma ad una loro ipotesi di origine: nei pazienti con patologie psichiatriche (depressione maggiore, disturbo bipolare) si riscontra un’infezione attiva da parte dei virus herpetici all’interno di un tipo di cellule nervose del cervelletto.
Questa ricerca ha molti aspetti importanti, e stimola alcune considerazioni di carattere scientifico.
In primo luogo, in coerenza con quanto da sempre pubblicato sul blog “autismo fuori dagli schemi”, vorrei sottolineare il fatto che appare sempre più evidente, che gli agenti patogeni possono alterare le tappe del neurosviluppo. Inoltre, possono modificare la funzione stessa del sistema immunitario nelle fasi critiche dello sviluppo ontogenetico.
La ricerca ci mostra che, alcuni fattori ambientali, provocando un processo di neuroinfiammazione nelle prime fasi della vita, andranno a svolgere un’importante ruolo nella patogenesi dei disturbi del comportamento, in quanto provocheranno un danno anatomico in quelle strutture neuronali che regolano il nostro “INCONSCIO”.