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IO, NOI,ontogenesi della relazione umana (tipica ed atipica). Giorno 26

Le basi per una “teoria del cervello” applicata all’autismo.

Nel penultimo articolo, abbiamo visto che nel lobo frontale, vicino alle aree motorie associative, c’è un’area che controlla i movimenti oculari (le saccadi). Un’altra importantissima area corticale, di controllo dei movimenti oculari, è situata ai confini tra le cortecce occipitale, parietale e temporale.

Abbiamo visto anche, che un danno in una di queste aree non è sufficiente per poter giustificare il corredo sintomatologico dell’autismo (dobbiamo trovare la spiegazione anatomo-fisiologica della difficoltà nel condividere lo sguardo, abilità patognomonica per la relazione umana), se non altro perchè interesserebbe un solo lato.

Quale altro indizio ci fornisce l’anatomia del S.N.C. umano?

Se consultiamo un trattato di neuroanatomia (in questi articoli sto facendo riferimento al testo di Hal Blumenfeld, Neuroanatomia attraverso casi clinici, 2014) possiamo apprendere che, “gli input visivi che giungono alla corteccia visiva primaria e alla corteccia visiva associativa, così come gli input propriocettivi, esercitano un importantissima influenza sul controllo esercitato dalle aree corticali sui movimenti oculari, specialmente (specie gli input propriocettivi), nel contribuire a stabilizzare gli occhi sull’immagine visiva, in particolare durante i movimenti della testa e del collo.

EVVIVA!!!

Qualcuno potrebbe obiettivare che siamo ritornati al punto di partenza, il recettore sensoriale.

E’ vero. Ma è vero anche che ora abbiamo percorso un lungo anello o circuito (loop) che dalla periferia va alle cortecce cerebrali e da queste ritorna alla periferia, apprendendo tante cose utili e solo apparentemente non ancora del tutto sufficienti.

Qualcuno potrebbe pensare che appartengo a quella schiera di ottimisti che di fronte al bicchiere mezzo pieno lo versano in un bicchiere più piccolo per affermare che è tutto pieno.

E’ possibile, ma non è in questo caso.

Ieri ho scritto che il neurosviluppo ed il processo di apprendimento richiedono la sincronizzazione dei circuiti.

Ci resta da fare solamente un altro piccolo sforzo.

Quali aree del nostro cervello (S.N.C.) non analizzano specifici dati sensori-motori e non integrano questi dati tra di loro, ma svolgono esclusivamente un indispensabile lavoro di FILTRO?

Il nucleo reticolare del talamo,  la formazione reticolare ascendente, ed il VI strato delle colonne corticali.

Al di sopra del mesencefalo ed alla base dei nostri emisferi cerebrali troviamo, come abbiamo già visto, un’area del nostro S.N.C. detta diencefalo.

Il diencefalo è composto dal talamo, dall’ipotalamo e da strutture ad esse connesse o epitalamo.

Nei giorni scorsi abbiamo appreso che, il TALAMO (dal greco letto nuziale) appartiene al diencefalo (evolutivamente più vecchio del telencefalo e, dunque, agli emisferi) in quanto manifesta un’organizzazione evolutivamente più antica: larghi aggregati di neuroni con funzioni specifiche o nuclei localizzati profondamente nella sostanza bianca (vie nervose) cerebrale. Ogni modalità sensoriale possiede una specifica area nucleare dove si realizzano le sinapsi che precedono la trasmissione delle informazioni alla corteccia (gli stimoli olfattivi sono l’eccezione poichè non passano per il talamo). Inoltre, nel talamo ci sono nuclei che processano solamente l’informazione proveniente dai gangli della base, o dal cervelletto, oppure dalla formazione reticolare del tronco encefalico. Un’altra caratteristica importante è che le cortecce cerebrali sensoriali inviano ai nuclei talamici più fibre nervose di quante ne ricevono.

Ora approfondiremo qualche ulteriore dettaglio anatomico necessario per comprendere COSA deve succedere in un cervello affinchè si sviluppi un disordine della relazione in età evolutiva.

Abbiamo visto che, con il termine tatto, o con il più preciso termine somato-sensitivo, ci riferiamo ad un insieme di submodalità sensoriali quali dolore, temperatura, vibrazione, propriocezione o senso di posizione degli arti, sfioramento o senso di tocco della pelle che viaggiano verso la corteccia tattile o somato-sensitiva lungo due vie. La via dei cordoni posteriori (trasporta le informazioni della submodalità propriocettiva, vibratoria ed epicritica) giungeranno in uno specifico nucleo talamico: il nucleo ventrale postero laterale (VPL). In questo nucleo (VPL) vi giungeranno anche le informazioni provenienti dalle altre submodalità tattile (temperatura, dolore, tatto protopatico) che viaggiavano lungo la via antero-laterale o spino-talamica. Tuttavia, le terminazioni della prima via (posteriore) e quelle della seconda via (spino-talamica) raggiungono neuroni distinti all’interno del VPL (informazione altamente specializzata e per niente integrata cioè, a questo livello, la temperatura di un oggetto non troverebbe correlazione con il contatto dell’oggetto, nè, tantomeno con la localizzazione della parte del corpo coinvolta nel contatto, nè con l’eventuale dolore da contatto). I neuroni talamici del nucleo VPL proietteranno ai neuroni del IV strato* (alcune anche al VI) della corteccia somato-sensitiva primaria, situata dietro la scissura di Rolando.

*Vi consiglio di rivedervi e scrivere la funzione di questi strati, se lo dovessi riscrivere io non sarebbe la stessa cosa per la vostra memoria.

Nella corteccia somato sensitiva primaria, sempre dopo stazionamento talamico, precisamente nel nucleo ventrale postero mediale (VPM) del talamo, vi giungono anche informazioni tattili provenienti da un’altra via (trigemino), originatasi parte del corpo: il viso.

E’ questa nostra proprietà anatomica che giustifica il fatto che molte neuromotriciste migliorano l’integrazione tattile in quel bambino con disordine del neurosviluppo, sia attraverso esercizi tattili lungo il corpo, sia attraverso esercizi tattili sul viso (massaggio e/o altre stimolazioni del trigemino).

Oltre al NVP ed al NVM, in questa importantissima stazione di relè, nel TALAMO, ci troviamo il nucleo genicolato laterale (NGL) che rappresenta una stazione sinaptica delle afferenze visive (nelle sue submodalità di forma, colori, movimento ) dirette alla corteccia visiva primaria.

Inoltre, vi troviamo neuroni raggruppati nel nucleo genicolato mediale (NGM) che trattano solo l’informazione proveniente dai recettori cocleari e, dunque, proietteranno i loro assoni sui neuroni del IV strato della corteccia uditiva primaria (lobo temporale).

Ci sono ancora una moltitudine di nuclei (aggregati di neuroni che trattano solo una specifica informazione) che ricevono informazioni specifiche dal cervelletto, da nuclei del sistema limbico, e dai gangli della base, DALLO STESSO TALAMO, tutti importantissimi nel mettere le aree della nostra corteccia cerebrale (le cellule nervose di queste aree) nelle condizioni di ricevere informazioni “pulite” da poter essere trattate, in modo da poter, successivamente, garantire all’organismo di “dare significato” alle informazioni.

Ma, per il nostro scopo, non possiamo non “fare amicizia” (frequentare) con uno di questi nuclei: il nucleo reticolare del talamo.

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