Voglio segnalare, alle lettrici ed ai lettori del blog “autismo fuori dagli schemi”, un articolo del professor Alberto Oliverio, che insegna Psicobiologia alla Sapienza Università di Roma, pubblicato sulla rivista Mente e Cervello di questo mese.
Facendo riferimento a ben 50.000 studi pubblicati sul macrobiota negli ultimi quattro anni, siamo a conoscenza che noi, quotidianamente, nutriamo miliardi di microrganismi e loro, in cambio, producono sostanze che generalmente promuovono il nostro benessere.
L’insieme di questi microrganismi simbiotici, circa 100.000 miliardi di batteri, che convivono con l’organismo umano senza danneggiarlo è, per l’appunto, il macrobiota che, come si può intuire, rappresenta un ottimo esempio di mutualismo in quanto la cooperazione tra differenti organismi apporta vantaggi a tutti loro.
Quello che merita attenzione è che, allo stato, moltissimi ricercatori considerano il macrobiota come un vero e proprio organo il cui buon funzionamento si riflette non solamente sull’intestino ma anche su organi come il cervello e, di conseguenza, sulla salute mentale.
Infatti, come ricorda il professor Oliverio, di recente sempre più studi dimostrano che un’alterazione del macrobiota intestinale o disbiosi possono influenzare il sistema immunitario promuovendo lo sviluppo di infiammazioni a carico del Sistema Nervoso Centrale in generale e nei pazienti con Alzheimer nel particolare studio.
Ancora, il professore nel suo articolo ricorda che, la disbiosi intestinale rappresenterebbe un passo importante nell’attivazione delle cellule della microglia che, insieme alle cellule periferiche del sistema immunitario che producono citochine tossiche prodotte in abbondanza a causa dell’encefalopatia (nello specifico l’Alzheimeir), sostengono l’infiammazione cerebrale.
Dunque, il cervello si troverebbe tra due fuochi, da una parte sotto assedio da citochine, prodotte da parte del sistema immunitario in conseguenza dell’infiammazione prodotta dall’encefalopatia, dall’altra sotto il tiro della microglia attivata dalla disbiosi intestinale.
Nessuno può più dubitare, come lo stesso professor Oliverio conclude, dell’esistenza di un chiaro ed evidente legame tra il sistema immunitario ed il sistema nervoso.
Allo stesso tempo, nessuno può mettere in dubbio che esiste una complessa correlazione tra macrobiota intestinale, funzioni immunitarie e nervose. Il tutto ad indicare che nel nostro organismo non ci sono barriere tra sistemi biologici.
Ho voluto dare risalto al lavoro del professor Oliverio affinchè, chiunque manifesti i segni clinici di un’encefalopatia, che si tratti di Alzheimer o di autismo, possa incontrare medici ed operatori sanitari con una “mente aperta” e che, con il loro operato, di sicuro non stanno promuovendo terapie miracolose, ma stanno favorendo “una buona medicina” (in quel momento quale informazione e quale consiglio proporre).