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Un altro passo verso la conoscenza.

Ad ottanta anni dalla prima diagnosi di autismo infantile si registra un significativo cambio di paradigma.

Come già accennato, nell’ultimo articolo del blog “autismo fuori dagli schemi”, un contributo importante in tale direzione non può non darlo il libro del professore Filippo Muratori, Primi passi nell’autismo.

Nel suo testo, l’autore parte da una questione apparentemente semplice: “le persone autistiche sono di base socialmente disinteressate” (aggiungo: autistiche) “oppure sviluppano modi atipici per esprimere il loro interesse sociale?” (aggiungo: adattamenti)

Nel provare a dare risposta a questa domanda il professore Muratori, nel suo libro, immediatamente desidera chiarire che “essendo una condizione speciale del neurosviluppo, che comincia nell’utero e diventa gradualmente evidente durante i primi 18 mesi di vita, l’autismo è una condizione dinamica assolutamente non paragonabile ai disturbi neurodegenerativi o lesionali (deficit); nell’autismo si ha infatti sempre a che fare con funzioni emergenti (apprendimenti) e non con funzioni acquisite e poi perse”.

Per l’autore non ci sono dubbi, “ all’origine dell’autismo vi è una complessa interazione tra fattori genetici e fattori ambientali che rende atipica l’organizzazione neurologica, sia corticale sia sottocorticale (processo neurobiologico)”.

Inoltre, spingendosi oltre, definisce l’autismo una condizione clinica secondaria ad una atipica potatura del connettoma, con aree cerebrali iperconnesse ed aree cerebrali ipoconnesse, il tutto a discapito della sincronizzazione delle informazioni sensoriali. Per Muratori, “nell’autismo la complessa interazione geni-ambiente comporta una disfunzione sinaptica e un disequilibrio dei sistemi eccitatori/inibitori il cui corretto funzionamento si basa sull’equilibrio tra sistema Glutamatergico o eccitatorio e Gabaergico o inibitorio. Nell’autismo si avrebbe un deficit del sistema inibitorio”.

Pertanto, “la precoce preferenza dei bambini autistici per gli oggetti, in un periodo di grande plasticità cerebrale” (primi mille giorni di vita) “rappresenta effetto e causa di una atipica organizzazione neurologica”.

Per l’autore, quello che emerge sin da subito è la difficoltà del bambino autistico di congiungere l’attenzione che implica la capacità di comprendere e prevedere l’azione dell’altro. Ma, queste difficoltà assolutamente non vanno interpretate come “ atipici funzionamenti cognitivi ma, piuttosto, come esito finale dello sviluppo atipico di funzioni più basali cole l’attenzione, la percezione, la sensorialità, la motricità.

Per tutto questo, l’autore sostiene che “un intervento precoce mirato a potenziare i processi sensori-motori coinvolti nello sviluppo del coordinamento delle azioni congiunte potrebbe positivamente promuovere le competenze sociali in questi bambini”.

Il blog “autismo fuori dagli schemi” nasce per parlare di autismo esclusivamente in chiave neurobiologica (fuori dagli schemi). Ringrazia il professore Filippo Muratori per averci dato l’opportunità, con la sua opera, di poter fare servizio.

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