Dio viene: è un Bambino povero e indifeso, umile e disarmato.
È Dio stesso che sorprendentemente si fa Bambino.
È Gesù, il Dio che salva. È l’Emmanuele, il Dio con noi.
È il Servo che una sera si metterà in ginocchio davanti all’uomo…
anche se debole, fragile, peccatore.
In un mondo organizzato, un imprevisto provoca scompiglio.
In un contesto di potenti che credono di dominare controllando tutti,
si intrufola un fragile bambinello che mette paura
a chi crede di avere tutto sotto controllo.
Mentre nell’impero parte l’ordine di un censimento per contare i sudditi
da sfruttare, alcuni poveri iniziano la rivoluzione perché hanno ascoltato
il lieto annuncio di un Dio che si fa vicino.
Nel tempo in cui i grandi immergono il mondo
nelle tenebre della guerra per far trionfare la superpotenza,
un bagliore di speranza parte dal sorriso di un lattante disarmato.
Nel silenzio della notte infreddolita dall’egoismo e dall’indifferenza,
la Parola Amore, il Verbo Divino si fa carne
nella tenerezza e nella solidarietà.
Natale non è una semplice emozione, ma una sovversione.
È uno sconvolgimento.
Un vero e proprio ribaltamento da prendere sul serio.
Gesù, il Cristo, nasce, vive e annuncia il Suo Messaggio fuori dalle regole,
fuori dagli schemi, fuori da ogni previsione.
Dio è fatto così: Uno che sta fuori.
Nasce fuori dal suo paese, con un annuncio che viene da fuori.
Nasce addirittura fuori dalla casa. I primi che lo visitano sono
quelli che vivono sempre fuori, i pastori. E si lascia trovare dai Magi,
gente venuta da fuori, da lontano. Gesù è costretto, subito, in esilio
fuori dalla sua patria. E così sarà tutta la sua vita: sempre fuori…
Anche noi: andiamo fuori, perché qualcuno è rimasto dimenticato.
Andiamo fuori, partendo dal basso perché qualcuno è rimasto oppresso.
Andiamo fuori, restando vicino, perché qualcuno è rimasto isolato.
Vero Natale è APRIRSI, mai chiudersi.
Natale è imparare a vivere “fuori dagli schemi”… come Gesù.
di Padre Alberto Lucchina