Luca ha 8 anni, non ha mai lasciato il “filo” dalle sue mani. Talvolta trattasi di un laccio di scarpa o di un filo di spago o ancora di un caricabatterie. E’ abilissimo a muoverlo continuamente.
Roberto invece trascorre, lasciato a sè stesso, intere giornate a giocare con l’acqua che scorre dal rubinetto.
Giuseppe ha 12 anni, da tempo raccoglie bottiglie di plastica, le mette sulla pancia e schiena , sotto la propria maglietta.
Tantissimi trascorrono il proprio tempo aprendo e chiudendo porte, oppure mordendosi le mani o, ancora, allineando macchinine ed altri oggetti sul bordo di un tavolo.
Sono tutte stereotipie.
Per i tecnici sono caratteristiche patognomoniche dell’autismo. Io sto fuori dagli schemi. Questa risposta non mi soddisfa. Negli ultimi anni ci siamo interrogati sul perchè questi bambini presentassero “bizzarri” psicostati (appunto la stereotipia). La risposta può essere una sola: hanno bizzarri neurostati. Le connessioni, al fine di integrare le informazioni, già a livello dei submoduli sensoriali, sono anomale. La loro PHI ,ovvero la loro organizzazione neurologica, esprimerà strategie comportamentali differenti al fine di conoscere il mondo. Qualora fossimo più attenti nell’osservazione, potremmo comprendere che, quelle” bizzarre” modalità comportamentali soddisfano un submodulo sensoriale a discapito di altri. Quel comportamento anomalo esprime sempre un’eccessiva ricerca di movimento, oppure di rimarcare le forme, o di incremento della pressione sul corpo, o di ricerca di un ritmo e/o un rumore (talvolta per coprirne altri), etc.
I medici devono imparare a definire la stereotipia per il suo reale significato. Devono informare l’utenza sulla funzione della stereotipia.Inoltre,devono informare sulle differenze (diagnosi differenziale) con quadri clinici simili, ma di altra natura e dunque, bisognevoli di altre terapie.
Pur, a tratti simili alla compulsione, la stereotipia è una manifestazione clinica dei circuiti posteriori, pertanto, non può beneficiare di un trattamento cognitivo/comportamentale.La diagnosi differenziale tra stereotipia e atteggiamento compulsivo si basa su : 1- l’età di insorgenza (la stereotipia compare prima),2- presenza o meno di linguaggio ( il bambino con stereotipia presenta assenza o ritardo dello sviluppo del linguaggio, mentre nella compulsione non vi è coinvolgimento dello sviluppo del linguaggio, 3- l’ E.E.G. (nella stereotipia è disregolato e rallentato, mentre nella compulsione può essere nei limiti della norma).
L’ E.E.G. è utile anche per differenziare la stereotipia dagli automatismi critici ( in questo caso l’E.E.G. evidenzierà anomalie irritative ).Inoltre, mentre nell’automatismo critico c’è totale chiusura relazionale per il restringimento della consapevolezza, nella stereotipia la chiusura è sempre regolata dal bambino, per cui, un “qualcosa” a lui interessante può ” riaprirlo”.