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RISOLVERE IL DUALISMO MENTE-CORPO CI AIUTA A CONOSCERE MEGLIO L’AUTISMO.

        

Sin dall’antichità gli esseri umani hanno concepito il proprio corpo e la propria mente come sfere di esistenza separate: il corpo è fisico, fonte di malesseri e di dolori, la mente è “mentale” (percepisce, ricorda, pensa, crede, immagina).

Oggi le neuroscienze ci presentano un’altra lettura: l’aspetto mentale di chi siamo è immerso in quella porzione del corpo conosciuta come cervello e che, pertanto, fa parte del nostro corpo.

 In altri termini, nella comunità delle neuroscienze è sempre più chiaro il concetto che, come la nostra mente dipende dal nostro cervello, così il nostro cervello, facendo parte del nostro corpo, dipende dalle funzioni vitali di altre componenti del corpo.

 Si può dire, senza la vita corporea non vi è funzione cerebrale e senza funzione cerebrale non vi è mente.

Al lettore appare subito evidente che, assimilati questi concetti apparentemente filosofici (chi sono?), diventa molto interessante calarsi in una nuova questione che potrebbe capovolgere l’approccio medico verso i disturbi mentali ed i loro trattamenti: in quale modo da questa fisicità biologica ciascun umano esiste come essere consapevole di essere nato nel passato, di esistere in questo momento, di dover morire un giorno?

E’ proprio questo l’argomento che il neurobiologo americano Joseph LeDoux tratta nel suo ultimo libro “I quattro mondi dell’uomo” (Scienza e Idee, 2024).

LeDoux, nel suo saggio, affrontando la questione di come il nostro organismo sviluppa la mente, prende le distanze sia dal comportamentismo e dal cognitivismo del passato, anche recente, sia dai modelli teorici recenti, quale quello di cognizione incarnata (non avanziamo nella conoscenza qualora la cognizione, come pure la coscienza, sia qualcosa che entra nel nostro corpo) oppure del panpsichismo (teoria dell’informazione integrata), affidandosi esclusivamente alla biologia evolutiva, alla fisiologia, all’anatomia del sistema nervoso (specie quella comparata).

Secondo il modello proposto da LeDoux ogni essere vivente, ogni organismo, esiste biologicamente. Ma alcuni di questi esseri, gli animali, hanno evoluto un sistema nervoso e quindi esistono anche neurobiologicamente. Tra gli animali, alcuni pensano e pianificano e, quindi, esistono cognitivamente. Infine, alcuni organismi cognitivi esistono anche in modo cosciente.

 In altri termini, la nostra struttura biologica è il fondamento della nostra struttura neuronale, la quale è alla base della nostra struttura cognitiva e rende possibile la nostra struttura cosciente.

Per questo, per il neurobiologo americano, tutto ciò che noi siamo è incluso in questi quattro mondi tra loro intrecciati.

Tutti e quattro, questi mondi, sono alla radice biologici. Ma il mondo neurobiologico trascende quello biologico, il mondo cognitivo trascende quello neurobiologico e il mondo cosciente trascende quello cognitivo.

Insieme, i quattro mondi rendono conto di cosa siamo e di chi siamo, inclusi gli aspetti di noi stessi che rientrano nella definizione del sé e della personalità.

E’ questo un punto importante del pensiero di LeDoux.

 Infatti, per LeDoux il sé non è un’entità a noi interna che fa delle cose.

 Il sé, pur sembrando la cosa che percepisce il mondo, è soltanto un’altra percezione.

Interessante è la descrizione dettagliata, nella parte terza del libro, delle circuiterie neuronali corticali che, nel corso dell’evoluzione, hanno subito modifiche strutturali (aumento del numero di neuroni, aumento delle connessioni) e funzionali, con conseguente ampliamento delle memorie di lavoro ed esplosione delle abilità cognitive.

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