Uncategorized

Come superare alcune frustrazioni?

I primi 14-16 mesi di vita sono accompagnati da cambiamenti delle abilità comportamentali (psicostati) secondari alla più consistente modifica dell’architettura cerebrale (neurostati) che si verifichi negli anni successivi alla nascita. Questa nuova architettura è prodotta da nuove e solide connessioni neurali stabilitesi all’interno dei lobi occipitali, parietale e temporale, oltre che tra i lobi stessi, al fine di integrare sempre più informazioni altamente differenziate. Tale processo, denominato dalle neuroscienze con il termine di “ORGANIZZAZIONE NEUROLOGICA”, dipende, in termini sia spaziali che temporali, dall’esperienza. Tra le più sorprendenti scoperte degli ultimi decenni vi è la neuroplasticità, cioè la capacità di selezionare i collegamenti tra neuroni e, successivamente, tra circuiti neuronali da parte dell’ambiente. I principali prodotti di questa fase iniziale di organizzazione neurologica sono rappresentati dall’acquisizione di schemi motori, viscerali e percettivi. La neuropediatria, oltre al familiare, avrebbe l’obbligo di monitorare tali acquisizioni, i cui passaggi più evidenti si manifestano tra il secondo e quarto mese di vita (quando una buona organizzazione neurologica a livello delle strutture del tronco cerebrale e del mesencefalo determina un’inibizione dei riflessi presenti alla nascita, oltre che una più intensa attività del parasimpatico e una maggiore funzionalità dei nervi cranici), e tra i sette e dodici mesi (la corteccia cerebrale inizia a manifestare il suo controllo sulle strutture sottocorticali, il repertorio comportamentale si amplia notevolmente, attraverso lo striscio prima ed il carponi poi, il cucciolo d’uomo esplora autonomamente l’ambiente e crea le premesse per l’ottimizzazione delle future memorie di lavoro). Quello che il bambino esprime, in termini comportamentali, alla fine dei primi 16 mesi di vita, rappresenta il prodotto del suo ambiente prenatale, dell’informazione ereditata e delle esperienze vissute (compreso le varie noxe patogene qualora ci trovassimo di fronte un quadro con patologia). Questi tre contributi si combinano in una sorta di cocktail ove diviene impossibile ripristinare il gusto delle singole bevande. A tutti piacerebbe riuscire ad ottenere una valutazione del contributo separato di ciascun ambito rispetto allo sviluppo neurologico di un bambino, ma gli esperimenti che forse potrebbero consentire tali analisi sono eticamente inaccettabili. Per molti questo rappresenta una frustrazione, per altri un alibi per non investire risorse in un settore dove ancora regnano tantissime ombre. A mio avviso, le neuroscienze attuali, pur non fornendoci verità assolute, ci hanno fornito l’evidenza scientifica sul ruolo dell’attività sensori-motoria nella capacità di “selezionare”il connettoma umano. E se provassimo a superare le nostre frustrazioni impegnandoci seriamente, nel dare, a quei cuccioli d’uomo che intorno ai 16-18 mesi di vita esprimono un’organizzazione neurologica anomala, esperienze sensori-motorie coerenti con la loro clinica?.

Lascia un commento

Commento
Nome*
Email*
Sito web*