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I gatti non amano i neurofisiopatologi

Quando un cucciolo d’uomo, con uno sviluppo nella norma, tra i 12 ed i 14 mesi sperimenta, per la prima volta, la posizione in piedi in autonomia, vi riesce poichè i suoi muscoli estensori sono diventati capaci di esercitare un’azione uguale e contraria a quella della gravità. L’azione di questi muscoli deve essere continua, perchè è continua l’azione della gravità. Allo stesso tempo, la forza da loro sviluppata è lieve, perchè nella normalità solo una modesta frazione della forza, che può essere sviluppata dai muscoli estensori, risulta sufficiente per controbilanciare l’azione della gravità. Tutto questo poichè, com’ è facilmente intuibile, quando un uomo è in piedi le articolazioni degli arti inferiori tenderebbero a flettersi sotto il peso del corpo. Altra osservazione ovvia è che, il tono posturale si adatta in ogni istante, senza un coinvolgimento della nostra volontà e quindi in maniera riflessa. Pertanto, essendo la contrazione dei muscoli antigravitaria continua, deve essere continua la loro regolazione riflessa (motivo per il quale distinguiamo i riflessi fasici, quali quello provocato dal colpo del martelletto sul tendine rotuleo, dai riflessi tonici o posturali). Come abbiamo visto nell’ultimo articolo, affinchè ci sia un riflesso è necessario che fibre sensitive (afferenti) giungano al sistema nervoso che, a sua volta, innervi un muscolo (via efferente o finale comune).

Prima di focalizzare le nostre attenzioni sulle vie afferenti e, dunque, di giungere all’affermazione che la REGOLAZIONE DEL TONO POSTURALE E DI TUTTI I MOVIMENTI, VOLONTARI O RIFLESSI, E’ LEGATA AD INFORMAZIONI CHE PROVENGONO DA PROPRIOCETTORI MUSCOLARI, TENDINEI, ARTICOLARI E LABIRINTICI (informazione elementare per il neurologo, ma del tutto sconosciuta a chi prescrive protocolli riabilitativi per bambini con autismo che falliscono sia nella grossa, che nella fine, motricità), proviamo a comprendere quale parte del sistema nervoso ha la funzione di controllare il tono posturale (riflessi tonici), al fine di facilitare la scelta neuroriabilitativa.

Nell’ultimo articolo abbiamo visto che, il midollo spinale, ovvero la parte filogeneticamente più antica del nostro Sistema Nervoso, regola i riflessi. Questa antica struttura neurale, in animali quali la rana, qualora fosse normalmente connessa, sia al muscolo flessore che alla periferia sensitiva, garantisce di opporsi alla forza di gravità. Infatti, in queste specie viventi, non essendo il corpo sollevato dal suolo, l’azione antigravitaria viene esercitata dai muscoli flessori.

Ben altra storia è quella dei mammiferi!

Il cucciolo d’uomo, ad esempio, intorno al quarto mese di vita inizia a controllare il capo e, cosa fondamentale per il suo sviluppo, intorno ai sette/otto mesi comincia a gattonare. Questo significa che saranno i suoi muscoli estensori (come abbiamo già scritto) a regolare il tono posturale o riflessi tonici, grazie al fatto che, nei mammiferi, si sviluppa sempre più un’area neuronale capace di controllare l’attività del midollo spinale: IL TRONCO CEREBRALE.

Il tronco cerebrale è costituito dal bulbo, dal ponte e dal mesencefalo. Tra le sue innumerevoli funzioni (regolazione del respiro e delle funzioni vegetative, quelle riflesse dei nervi cranici e, dunque, la mimica facciale, la vigilanza, ecc.) non vi è dubbio che il controllo del tono posturale rappresenti la funzione fondamentale, perchè insostituibile nei mammiferi.

Basta, per convincersi, paragonare tra loro due gatti: uno sottoposto a sezione del midollo spinale a livello della prima vertebra cervicale (preparato decapitato) e uno il cui tronco dell’encefalo sia stato sezionato a livello del mesencefalo (preparato decerebrato). Il secondo gatto, si differenzia del primo, perchè il tronco cerebrale è ancora connesso al midollo spinale e, pertanto, ne influenza l’attività. Quello che si evidenzia è che, nel gatto decapitato (senza tronco cerebrale) la paralisi è flaccida e l’assenza di tono (atonia) risulta completa. Nel gatto decerebrato vi è una rigidità da decerebrazione, caratterizzata da una contrazione tonica, ovvero intensa e continua, dei muscoli estensori. Questo a dimostrazione che, le strutture neuronali situata tra il midollo spinale e le corteccie cerebrali, nei mammiferi, hanno una funzione critica nel garantire il tono posturale (riflesso tonico) e, dunque, della motricità. Quando compiamo un movimento, volontario o meno, questo è stato effettuato poichè informazioni sensoriali connesse a recettori tendinei, muscolari, articolari, labirintici, trasferiscono informazioni nervose (potenziali d’azione) ad una moltitudine di aree neuronali, distribuite su tutto il sistema nervoso. Alcune di queste aree tentano di inibire il segnale in entrata (aree inibitorie, situate per il tono a livello della corteccia), altre tentano di amplificare il messaggio (abbiamo visto che, per il tono muscolare, queste aree stanno nel tronco cerebrale). IL NOSTRO MOVIMENTO CORRETTO RICHIEDE LA GIUSTA SELEZIONE DELL’ATTIVITA’ FORNITA DA QUESTE AREE.

 

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