In biologia vi sono almeno due certezze: la vita non sarebbe possibile senza l’omeostasi, i sistemi nervosi sono comparsi al servizio dei corpi e non viceversa (grave dimenticanza della psicologia cognitiva).
Altra certezza è che il corpo ed il cervello interagiscono sia mediante molecole libere di diffondersi che per vie nervose, stabilendo così un’alleanza cooperativa il cui risultato, in termini di percepito o psicostato, viene definito “sentimento”dalle neuroscienze moderne.
In questi termini i sentimenti rappresentano informazioni: rivelano all’organismo la condizione di vita al suo interno, una condizione che può oscillare tra estremi positivi e negativi.
Pertanto, un’omeostasi insufficiente viene espressa da sentimenti ampiamente negativi (malessere), mentre livelli appropriati di omeostasi vengono espressi da sentimenti positivi (benessere).
A tal proposito, il famoso neuroscienziato Antonio Damasio afferma che: negli organismi complessi possiamo considerare i sentimenti quali rappresentanti mentali dell’omeostasi.
Appare evidente che, le esperienze soggettive dello stato transitorio di omeostasi (sentimento) non possono essere emerse con la vita (richiedevano sistemi nervosi), ma, in altra forma, dovevano essere ben presenti fin dalla comparsa della prima cellula (omeostasi automatica presente nei batteri).
Infatti, lo erano sotto forma di dispositivi di regolazione aventi capacità di percezione e risposta, ma senza alcuna capacità di creare mappe neuronali, le quali funsero da precursori dei sentimenti.
Dunque, sentire lo stato del proprio corpo momento per momento richiese un sistema nervoso capace di formare mappe generate, innanzitutto, dall’interazione cervello/corpo.
La biologia evolutiva ci indica che, i sistemi nervosi hanno progressivamente attivato un sistema di mappatura multidimensionale del mondo circostante ad essi, un mondo che inevitabilmente comincia all’interno dell’organismo. Questa mappatura si basava su capacità sensoriali di vario tipo, che avrebbero incluso, con il tempo, il tatto, l’olfatto, il gusto, la vista e l’udito.
Nel corso dell’evoluzione comparvero dispositivi nervosi sempre più perfezionati affinchè i cervelli fossero capaci di raffinate percezioni multisensoriali basate su mappe neuronali integrate. Queste ultime (neurostato) consentirono la genesi delle immagini (psicostato) e, dunque, delle menti, che contribuirono a migliorare la funzione primordiale del sistema nervoso: ASSISTERE IL CORPO COME COORDINATORE DEL PROCESSO VITALE.
Non è richiesta eccessiva saggezza per comprendere che, possedere sistemi nervosi complessi, capaci di generare immagini, rappresentava un grande vantaggio nello svolgere la funzione di assistenza vitale ad un organismo complesso (fatto di miliardi di cellule).
Infatti, la capacità di generare immagini consentiva agli organismi (ovviamente uomo incluso) di rappresentare il mondo intorno a loro (includente sia oggetti che altri organismi di varie specie) e, ancora più importante, il mondo dentro di loro (il proprio corpo).
Ovviamente, prima che comparissero cellule nervose organizzate in rete ed integrate (mappe neuronali) capaci di generare immagini e menti, gli organismi avevano l’abilità di rispondere in maniera adattiva alla presenza di oggetti esterni e di altri organismi, ma, questo, solo attraverso il rilievo di una molecola chimica o di uno stimolo meccanico. L’abilità che non possedevano era quella di poter descrivere la configurazione dell’oggetto/organismo che avesse emesso la molecola o urtato il proprio corpo.
I sistemi nervosi complessi (organizzati in rete) dotarono gli organismi pluricellulari evoluti di un grosso vantaggio: potevano generare una RAPPRESENTAZIONE SOGGETTIVA O PRIVATA del mondo intorno al proprio sistema nervoso, ovvero del mondo esterno all’organismo e del mondo interno all’organismo.
Lo studio della fisiologia ci indica che i sistemi nervosi svolgono funzioni importanti nei vari organismi.
I sistemi nervosi, infatti, coordinano il movimento (sia dei visceri che degli arti), coordinano la produzione e distribuzione di molecole necessarie per la vita, coordinano il comportamento dell’organismo specie in relazione al ciclo luce/buoio, al ciclo sonno/veglia, al metabolismo, ed alla temperatura corporea necessaria per la vita.
Inoltre, nei sistemi nervosi complessi, a tutte queste funzioni, deve aggiungersi quella di generare mappe ed immagini (neurostato e psicostato), sempre al servizio dell’ omeostasi.
Per tale motivo, i sistemi nervosi complessi devono necessariamente essere dotati di dispositivi capaci di favorire la genesi delle mappe/immagini.
Le mappe/immagini del mondo esterno hanno origine dalle vie sensoriali situate sulla superficie dell’organismo, che raccolgono informazioni separate sulla struttura fisica delle cose che ci circondano, per integrarle ai vari livelli del sistama nervoso centrale. E’ interessante ricordare che gli organi specializzati incaricati di raccogliere informazione sensoriale sono situati, in quattro dei cinque sensi, nella testa e vicini tra di loro (in natura la lunghezza va a discapito della precisione e dello spreco energetico), mentre l’organo specializzato del tatto è distribuito sull’intera pelle e sulla mucose.
Le mappe/immagini del mondo dentro il nostro organismo possono appartenere ad un mondo evolutivamente molto antico ed a uno più recente.
IL MONDO INTERNO ANTICO è il mondo del metabolismo con tutte le attività chimiche che lo rappresentano. E’ anche il mondo dei visceri (cuore, polmone, intestino, reni, ecc.), della muscolatura liscia, del connettivo, ovunque presente come sostegno. In altre parole possiamo anche definirlo il mondo dell’omeostasi. Questo mondo trova un’interfaccia neuronale, generatasi dalla stretta intercomunicazione corpo/cervello, rappresentata dalle corrispondenti mappe, le cui immagini altro non sono che quelle da noi descritte come “benessere” o “malessere”; “piacere” o “dolore”.
Per Damasio queste mappe/immagini (neurostato/psicostato) rappresentano la componente centrale (nucleo) dei sentimenti esperiti, e come mappe neuronali devono necessariamente avere una loro sede anatomica (vedi articolo precedente).
Per il neuroscienziato americano di origine portoghese, quello che tipicizza i nostri sentimenti è determinato dal grado di attività della muscolatura liscia dei nostri organi (trachea, bronchi, intestino, vasi sanguigni, ecc.), se questa risulta essere regolare o irregolare. Questa regolarità/irregolarità, a sua volta, è determinata da molecole (cortisolo, dopamina, serotonina, ossitocina, oppioidi endogeni, ecc.) presenti nel sangue o liberate dal sistema nervoso nei visceri.
Pertanto, possiamo definirle vere e proprie esperienze, ovvero ciò che il corpo esperisce in quel preciso momento.
IL MONDO INTERNO RECENTE è rappresentato dallo scheletro, dalla muscolatura scheletrica, dalle articolazioni e dal più grande dei nostri visceri: la pelle.
La pelle, con i varchi sensoriali scavati entro la sua struttura, rappresenta l’interfaccia tra mondo esterno e mondo interno.
Ricapitolando possiamo affermare che, le mappe neuronali con le corrispondenti immagini presenti nelle nostre teste (attività mentale) vengono costruite con segnali provenienti da tre fonti: dal mondo sensoriale o mondo esterno all’organismo, dal mondo interno propriocettivo (struttura muscolo scheletrica con i portali sensoriali) e dal mondo interno enterocettivo (antico compartimento chimico-viscerale).
Tutte e tre le fonti contribuiranno a modulare il significato ed il comportamento dell’organismo.
Ad esempio, come già ribadito, l’organismo esperisce malessere qualora qualcosa non funziona nello stato di regolazione della vita, mentre prova benessere quando l’omeostasi si trova nel range.
Prima di ritornare a Mattia ed al suo comportamento estremamente pericoloso (sbattere la testa sulle pareti) dobbiamo fare un ulteriore accenno di biologia evolutiva: nel corso dell’evoluzione, la parte del sistema nervoso responsabile della sorveglianza e della risposta al mondo interno antico (enterocezione) ha sempre cooperato con il sistema immunitario e con quello endocrino, entro quello stesso mondo (dei visceri).
Il miglior modo per comprendere tutto questo è quello di capire cosa accade quando ci procuriamo una ferita.
E’ quello che affronteremo nel prossimo articolo.