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IO, NOI, ontogenesi della relazione umana (tipica ed atipica) Giorno 23

I bambini dallo sguardo sfuggente

 

Il numero dei bambini a cui è stato diagnosticato l’autismo è cresciuto considerevolmente negli ultimi trent’anni.

Per molti, proprio questo dato nega la spiegazione che l’autismo possa avere una genesi ereditaria poichè le mutazioni del DNA non avvengono così rapidamente.

Già agli inizi dello scorso secolo, di fronte all’elevata frequenza con cui venivano diagnosticate le malattie mentali, uno dei padri della moderna psichiatria, Emil Kraepelin, formulò l’ipotesi che un brusco aumento di queste patologie fosse provocato dalle accresciute dimensioni delle città, dall’aumento delle povertà urbane e dal ritmo di vita accellerato. Oggi, molti ricercatori individuano nell’inquinamento delle nostre città e nelle sofisticazioni alimentari i fattori che possono modificare la regolazione della trascrizione dell’informazione contenuta nei nostri geni che, a sua volta, provocherebbe l’autismo.

A prescindere dalla prospettiva dalla quale guardiamo questa problematica (genetica, epigenetica), non deve passare in secondo piano un’ importantissima considerazione.

Mentre la ricerca ci illuminerà sulle cause, tanti bambini ricevono e riceveranno diagnosi di autismo nell’immediato.

Di fronte a questa diagnosi (sintomatica), i medici specialisti del settore (N.P.I.) non possono fare altro che prescrivere una terapia basata sul sintomo: relazione atipica-comportamento problema.

E’ come se il cardiologo, al quale vi siete rivolti per un dolore al petto, curasse tutte le persone con questo sintomo allo stesso modo.

Vi fidereste?

Lo pubblicizzereste come un valido specialista?

La mia critica rispetto al fare esclusivo affidamento sui sintomi per prescrivere la cura è molto dura perchè, in questo momento, abbiamo le informazioni scientifiche per andare oltre.

Allo stesso tempo penso che, chi possiede le informazioni scientifiche per andare oltre non ha avuto il merito di stabilire una condivisione con altri ed, allo stesso tempo, ha rimproverato l’altro di “non avere un terreno comune”.

Per fare un esempio, il terreno comune è quel fattore che fa avere più successo al programma televisivo fondato sul pettegolezzo che non alla trasmissione scientifica. Questo perchè sono di più le persone che hanno i circuiti neuronali per provare piacere quando “rendiamo pubblici i fatti privati di un altro” (praticamente tutti gli uomini hanno questi circuiti perchè si sono rivelati adattivi nel corso della nostra storia), che non le persone che hanno “istruito” i propri circuiti neuronali per provare piacere quando seguono una trasmissione che “parla” di scienza.

Dal primo giorno di questa pubblicazione ho sottolineato che il nostro modo di diventare uomini è stato condizionato dalla nostra capacità di condividere lo sguardo su un terreno comune.

E’ dall’immensità di uno sguardo che bisogna ripartire.

I meccanismi strutturali (anatomici) e di elaborazione delle informazioni coinvolte nel controllo dei movimenti oculari (fisiologici) costituiscono uno stupefacente esempio di “ingegneria naturale”.

Infatti, i movimenti dei nostri occhi e delle pupille si verificano in continuazione, per lo più in maniera a noi IMPERCETTIBILE, permettendoci di MASSIMIZZARE LE INFORMAZIONI che dalla fovea raggiungono il cervello (VISIVE).

Mi sembra opportuno fornirvi qualche conoscenza su questa parte del nostro corpo, specie se si dovesse fare la scelta di prendersi cura di persone ove questo progetto di ingegneria naturale ha subito, nel corso dell’apprendimento o neurosviluppo, qualche modifica.

I nostri occhi possono muoversi all’interno dell’orbita, consentendoci di seguire una scena senza muovere il capo, grazie ai nostri muscoli extraoculari.

Possediamo anche muscoli oculari intrinseci che, controllando il diametro pupillare (muscoli costrittore e dilatatore della pupilla) e lo spessore del cristallino (muscolo ciliare), consentono di vedere bene l’immagine in relazione alla luminosità ed alla distanza.

Esistono sei muscoli extraoculari per ogni occhio.

I muscoli retto laterale, retto mediale, retto superiore e retto inferiore muovono rispettivamente gli occhi lateralmente, medialmente, superiormente e inferiormente.

Oltre ai semplici movimenti orizzontali e verticali degli occhi eseguiti dai muscoli retti, sono possibili anche movimenti di torsione dell’occhio, nei quali gli occhi ruotano leggermente sul loro asse. Questo grazie ai muscoli obliqui, superiore ed inferiore.

Tra i muscoli extraoculare c’è anche il muscolo elevatore della palpebra superiore (ci consente di elevare la palpebra).

I muscoli, per svolgere la propria funzione, devono essere innervati.

Tre paia di nervi cranici (i neuroni che danno origine ai nervi cranici si trovano nel tronco cerebrale, a differenza dei nervi spinali i cui neuroni si trovano nel midollo spinale) innervano i muscoli extraoculari.

Il nervo oculomotore o III nervo cranico innerva tutti i muscoli extraoculari ad eccezione del muscolo obliquo superiore , che è innervato dal IV nervo cranico o nervo trocleare, e del muscolo retto laterale, che è innervato dal VI nervo cranico o nervo abducente.

E’ importantissimo ricordare che i nuclei del III, IV, VI insieme con il nucleo dell’ipoglosso (XII), ovvero il nucleo che dà origine al nervo che consente i movimenti della lingua, costituiscono la colonna motoria somatica dei nuclei dei nervi cranici.

Tutti questi nuclei giacciono vicini alla linea mediana, adiacenti al sistema ventricolare (ricordate in quale luogo del nostro S.N.C. dovevamo cercare il punto di inizio del disordine di neurosviluppo?).

Qualcuno potrebbe, attraverso questi cenni di anatomia del S.N. umano, fare una considerazione.

Da 60 milioni di anni (con la comparsa dei primati) la coordinazione occhio mano ha assunto, progressivamente, un ruolo fondamentale nel sostenere la nostra capacità di procurarci il cibo e di alimentarci.

Per i precedenti 500 milioni di anni come si faceva, e come fanno ancora quegli organismi?

Con la coordinazione occhio-lingua.

L’anatomia ha sostenuto questo.

Sono i movimenti della lingua e quelli degli occhi del bambino con disturbo dello spettro autistico i primi movimenti ad essere esaminati se vogliamo fare una diagnosi più precisa e non fermarci alla descrizione del sintomo (ha difficoltà nella relazione e, dunque, è autistico).

Qualora questi movimenti dovessero mostrare un’atipicità, siamo tenuti a precisare quale parte di quel cervello non riesce a sostenere al meglio quel compito.

Nei nervi cranici e/o nei loro nuclei l’abbiamo già trovata?

Domani lo vedremo.

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