Gli autismi e le schizofrenie, i neuroni specchio ed i neuroni parvalbuminici.
All’inizio del XX secolo, e fino al 1950, i neuropsichiatri infantili, sulla base di una sintomatologia comune (anomala percezione del tempo, anomalie mnemoniche, anomalie della pianificazione e del controllo comportamentale o flessibilità mentale, impoverimento del linguaggio, deficit della concentrazione, ottundimento delle emozioni e, soprattutto, isolamento sociale) consideravano l’autismo una “schizofrenia infantile” ovvero, una forma di psicosi cronica che, inevitabilmente, sarebbe evoluta verso un quadro clinico di pseudo-demenza.
Appare evidente che, dopo le pubblicazioni di Leo Kanner (1943) che liberarono l’autismo dalla connotazione psicotica e demenziale, la comunità scientifica e le nascenti associazioni di genitori di soggetti autistici presero definitivamente le dis...