Le neuroscienze possono “purificare” la nostra educazione
Nella storia della medicina, l’autismo infantile fu definito clinicamente, per la prima volta, dal neuropediatra Leo Kanner, nel 1943.
Invece, chi si occupò per primo di definirne l’eziologia (causa del quadro clinico) fu uno psicanalista, Bruno Bettelheim, secondo il quale, il fattore che faceva precipitare il bambino nell’autismo era il desiderio dei suoi genitori che egli non esistesse. Bettelheim, che aveva fatto esperienza nei campi di concentramento, vede i bambini autistici simili a “fortezze vuote”, espressione, da lui utilizzata, per sottolineare una sopravvivenza, di questi bambini, in condizioni estreme.
Tale interpretazione riscosse notevoli consensi nella comunità scientifica e medica, in un’epoca in cui non vi era la possibbilità di studiare il comportamento uman...