Marco è un simpaticissimo ragazzo che vive in una grande ed importante città italiana. Ha nove anni, oppure otto o dieci (nome ed età non sono precisi per ovvi motivi), e frequenta la stessa classe della scuola primaria dei suoi coetanei, con il supporto dell’insegnante di sostegno. Quando M. aveva circa 3a., la sua pediatra invitò i genitori a portarlo in visita da un neuropsichiatra infantile, per un aspecifico ritardo nell’acquisizione del linguaggio. Per tale motivo, fu preso in carico dalla struttura specialistica e sottoposto ad un programma di psicomotricità, durato circa tre anni. Inserito nella scuola primaria, senza sostegno, evidenziò da subito, difficoltà nell’integrazione, iperattività, deficit attentivo, oltre che, comportamenti anomali (tendeva a sdraiarsi per terra)...
Archivio articoli per autore: Prof. Antonio Parisi
Necessita ordine e organizzazione
Un cucciolo d’uomo sano, alla nascita ha un sistema nervoso già composto da 100 miliardi di neuroni che, grosso modo, per tutta la vita, costituiranno il suo patrimonio neurale. Anche la conformazione anatomica del sistema nervoso alla nascita è, in gran parte, costituita. Questo significa che, durante la vita embrionale, i neuroni si sono moltiplicati fino al numero prestabilito e sono migrati nelle loro aree specifiche. Nonostante questo, alla nascita la vita di relazione di quel “cucciolo” non ha nulla di specie/specifico, inoltre, sarà richiesto un tempo lunghissimo, rispetto ad altri animali, per realizzarsi...
Dal riflesso al “vedere”
Abbiamo visto, nell’articolo di ieri, che un semplice atto riflesso, richiede non solo una specifica informazione (la tensione tendinea provocata dal colpo del martelletto), ma anche un’organizzazione capace di coinvolgere due distinti nuclei di motoneuroni. Il riflesso (sollevamento della gamba) richiede l’azione integrata del quadricipite (aumenta il tono) e del bicipite femorale (riduce il tono). Ieri, abbiamo anche scritto che, la conformazione del nostro sistema nervoso è quella di un asse longitudinale, con rigonfiamenti craniali (l’ultimo, quello corticale, molto più voluminoso dei due sottostanti). Sul retro della scatola cranica, troviamo il cervelletto...
Informazione-Integrazione
Circa 3,5 miliardi di anni fa, sul nostro pianeta, comparve la vita. Come questo avvenne resta un grandissimo mistero. Frammenti di DNA, per essere “letti”, richiedono un armamentario proteico la cui sintesi necessita dell’informazione contenuta nel DNA. Alla fine, gli uomini di scienza vivono la stessa frustrazione dei comuni mortali: è nato prima l’uovo o la gallina? Quello che sappiamo, è che ben presto( milioni di anni), le forme vitali si organizzarono in una struttura anatomicamente, funzionalmente e geneticamente indipendente: la cellula...
Inconscio o conscio
Il termine coscienza, nel corso della storia recente dell’umanità, ha espresso una moltitudine di significati, in merito alle interpretazioni teologiche, filosofiche e psicologiche. Allo stesso tempo, l’inconscio, a causa del pensiero di Freud, è stato considerato un archivio di contenuti in precedenza consapevoli, un luogo in cui sono spediti e tenuti segreti i pensieri ed i ricordi ansiogeni. Per tali motivi, per non cadere in facili speculazioni, è sempre più frequente nelle neuroscienze, il tentativo di utilizzare i termini di consapevolezza e di inconsapevolezza. Non vi è dubbio che l’uomo possegga, non solo la consapevolezza del sè e del non sè , ma anche la consapevolezza di avere tale conoscenza, in forma soggettiva, ovvero privata (metacognizione).
Altra difficoltà ...
Periferia o centro
Nell’ultimo articolo, ho scritto che, la medicina non è ancora pronta per differenziare gli autismi in base alle specifiche cause. Attualmente, tale ritardo impedisce di prescrivere ad ogni bambino con autismo, la sua “terapia” e la sua “prognosi”. Allo stesso tempo, sono convinto che, una strategia capace di migliorare l’attuale situazione (i bambini vengono adattati ai protocolli terapeutici e non viceversa), debba esserci, necessariamente. Delacato classificò gli autismi in base alla clinica, ovvero ai “sensorismi” presenti all’osservazione, conseguenzialmente, suggerì la prescrizione di esercizi neuroabilitativi, coerenti con i sintomi presenti nei bambini...
Articolo 2
Non esiste un’unica causa nella genesi dei quadri clinici che, per convenzione, vengono diagnosticati “autismo”. Pertanto, non esistendo uno stereotipato modello clinico, ne un unico protocollo terapeutico, valido per tutti i casi clinici, d’ora in avanti, è auspicabile l’utilizzo del termine “AUTISMI”.
Visto quanto stabilito nell’articolo 1, ribadisco che l’approccio agli autismi non può non essere neurobiologico...
Ricapitolando
La conclusione che, un bambino si morde la mano e/o si picchia il capo perchè è autolesionista, non è in grado di soddisfare ne la famiglia, ne lo scienziato. Entrambi vogliono sapere cosa accade dentro quel bambino quando si trova in questo “stato”. Anche se, l’approccio non dovesse essere più “dinamico” ma, basato su concezioni “innatiste”(si comporta così in quanto affetto da una malattia organica, chiamata autismo), sarebbe sbagliato. La psicologia ebbe il merito di staccarsi dalla filosofia,ed emergere come scienza. In quanto tale, negli anni xx del secolo scorso, doveva concentrarsi su eventi osservabili : stimolo e risposta. Dopo qualche decennio, ebbe inizio una florida ricerca sul cervello...
Aspettando l’articolo 2
Uno studio americano ( Università sud California prof. Walter Longo) ha preso seriamente in considerazione che, una dieta a calorie ristrette (Fasting Mimicking diet) potrebbe ribaltare la sintomatologia clinica della sclerosi multipla. Queste prime osservazioni cliniche hanno indotto, gli scienziati, a raccomandare a tutti i pazienti del vasto stato americano, specie quelli con una clinica molto compromessa, di sottoporsi a specifica dieta. Gli effetti riportati sono quelli di un punteggio più alto nelle scale di valutazione per il tremore, movimento, linguaggio e deglutizione, ottenuti dopo una dieta durata da 3 ai 6 mesi...
Passato, presente e futuro
Il passato rende ognuno di noi ciò che siamo oggi (Nicolao Dumitru 25/maggio/2016) Questa mattina, leggendo le varie redazioni sportive, ha catturato il mio interesse l’intervista a Dumitru. Questi è un calciatore di 25 anni, che ha giocato il campionato appena concluso nella squadra del Latina, in serie B. All’età di 18 anni era approdato nella squadra del Napoli come una delle più importanti promesse calcistiche. Intervistato sulle cause del suo “insuccesso professionale” ha dato la risposta riportata in alto. Ha mostrato saggezza...