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IO, NOI, ontogenesi della relazione umana (tipica ed atipica). Giorno 7

Svelare il segreto

Quello che sto sostenendo con forza è che, ciò che fanno i cuccioli d’uomo dipende dalle loro abilità cognitive e sociali. Queste, a loro volta, rappresentano il particolare momento del neurosviluppo.

Una grande scimmia, a prescindere dalle sue esperienze e dal suo neurosviluppo, può imparare a calciare una palla in una rete, ma non può comprendere le regole che costituiscono il gioco del calcio in quanto non ha la capacità di capire qualcosa che dipende da accordi convenzionali (cultura).

I cuccioli d’uomo fino ai tre anni manifestano lo stesso limite delle grandi scimmie.

Infatti, solamente dopo i tre anni cominciano a manifestare le capacità per capire i giochi con regole basate sull’intenzionalità collettiva e, dunque, il loro neurosviluppo è pronto per f...

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IO, NOI, ontogenesi della relazione umana (tipica ed atipica). Giorno 6

Ad ogni età il proprio apprendimento.

Quello che sto sostenendo in questi giorni è che la relazione umana, così come la cognizione, è unica sotto vari aspetti.

Infatti, molti comportamenti quotidiani degli esseri umani sono concepiti per aiutare gli altri a leggere le proprie intenzioni: IO intendo che TU sai che cosa IO penso.

Le neuroscienze attuali, fondate sulla biologia evolutiva, così come la psicologia dello sviluppo, sostengono che alla radice di questa ricorsività ci sia il neurosviluppo o l’organizzazione neurologica o l’ontogenesi, che “ricapitalano la filogenesi”.

Per questo motivo negli articoli dei giorni precedenti ho ricordato che due milioni di anni fa sul pianeta terra fece la sua comparsa un nuovo primate: il genere Homo.

Homo era dotato di substrati biol...

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IO, NOI, ontogenesdella relazione umana (tipica ed atipica) Giorno 5

Cosa possono fare uno sguardo ed un sorriso?

Le grandi scimmie volgono lo sguardo al soffitto quando l’adulto, anche tenendo gli occhi chiusi, volge lo sguardo all’insù.

I nostri bambini volgono lo sguardo al soffitto quando l’adulto, avendo la testa orientata perfettamente in avanti, guarda all’insù solo con gli occhi.

Pur considerando che tra tutte le specie di primati (circa duecento) solo noi umani abbiamo una sclera bianca evidente, che segnala la direzione del nostro sguardo agli altri, ritengo interessante approfondire le altre condizioni che favoriscono lo sviluppo di questa nostra abilità.

Fino ai nove mesi di vita i cuccioli d’uomo seguono esclusivamente la direzione della testa, successivamente cominciano ad essere più interessati alla direzione dello sguardo...

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IO, NOI, ontogenesi della relazione umana (tipica ed atipica) Giorno 4

la rivoluzione del nono mese

Nell’articolo precedente ho concluso tracciando gli obiettivi della psicologia dello sviluppo: i profili di neurosviluppo e le esperienze necessarie per acquisire le abilità.

Prima di soffermarmi su questi aspetti voglio ricordare che le grandi scimmie e altre specie animali prendono il mondo per come appare a loro (soggettivo), senza confrontarlo con niente altro (oggettivo).

Non abbiamo dubbi in merito al fatto che le grandi scimmie sanno immaginare che cosa un altro individuo sta provando o ha provato, ma non lo confrontano con ciò che loro, o chiunque altro, stanno o hanno provato, e meno ancora con una prospettiva oggettiva.

In altri termini, spiegherò meglio questo concetto più avanti, possiamo dire che nei loro cervelli è carente quella integrazi...

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IO, NOI, ontogenesi della relazione umana (tipica ed atipica) Giorno 3

Il cervello umano è più grande del cielo

Il cervello umano adulto è grande circa tre volte quello delle altre grandi scimmie.

Qualora volessimo spiegare le differenti abilità sociali e cognitive tra noi umani e le grandi scimmie, questa enorme differenza di grandezza rappresenterebbe poca cosa rispetto alla differenza di tempo necessario per ottimizzare il processo di organizzazione neurologica tra il cervello dello scimpanzè e quello umano.

Infatti, già alla nascita il cervello dello scimpanzè ha una dimensione pari a circa la metà della grandezza da adulto mentre a due anni raggiunge il 90% della dimensione definitiva.

Il cervello dei cuccioli d’uomo, alla nascita, è il 20% della grandezza da adulto, raggiungendo il 90% della grandezza da adulto non prima degli otto anni (epoca...

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IO, NOI: ontogenesi della relazione umana (tipica ed atipica) Giorno 2

La biologia evolutiva e la psicologia dello sviluppo

Fin dalla sua origine (due milioni di anni fa), il genere Homo si è mostrato molto competitivo anche all’interno della propria specie, che diventava sempre più una competizione tra gruppi.

La competizione con altri gruppi umani richiedeva sempre più la trasformazione in un gruppo sociale a maglie più strette per proteggere il proprio stile di vita dagli invasori.

Le popolazioni umane crescendo si scindevano in gruppi più piccoli, dando vita ad un’organizzazione tribale, in cui un certo numero di gruppi sociali (di NOI) differenti erano ancora un singolo super-gruppo o una “cultura”.

La necessità di distinguere gli altri dal proprio gruppo culturale inaugurò (circa 150.000 anni fa) l’era dell’Homo sapiens-sapiens.

All...

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IO, NOI: ontogenesi della relazione tipica ed atipica. Parte prima

Una persona autistica, per definizione, è una persona con una problematica relazionale.

In questo momento di “emergenza”, causa emergenza COVID-19, ove il nostro modo di relazionarci necessariamente deve subire qualche modifica, il blog “autismo fuori dagli schemi” vuole quotidianamente pubblicare una pagina sulla relazione umana e sul neurosviluppo della relazione umana, facendo riferimento, come sempre, alla biologia evolutiva.

ONTOGENESI  UMANA

Nella linea evolutiva umana, come risposta ad adattive sfide specifiche, compare la cultura.

Oggi, l’idea tradizionale di cultura come qualcosa di avulso dalla biologia e dall’evoluzione non ha alcuna utilità e, pertanto, motivo di esistere.

Far riferimento all’evoluzione significa aver ben chiaro il concetto che, la selezione naturale...

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Chi ancora non l’ha capito?

Nell’ultimo numero di ” MIND, mente & cervello” Marzo 2020, nella sua rubrica “Storie della Mente” il professor Alberto Oliverio, docente di Psicobiologia alla Sapienza Università di Roma, scrive che NEL CORSO DEL SUO SVILUPPO IL CERVELLO HA BISOGNO DI FARE ESPERIENZE TATTILI E MOTORIE.

Ne è talmente convinto da sconsigliare fortemente l’esperienza della realtà virtuale che, secondo il professore, “ è fatta prevalentemente di immagini bidimensionali, oltre che di passività invece che di esperienze attive sensoriali e motorie in spazi a tre dimensioni su realtà e materiali diversi, viventi e non, soffici e duri, caldi e freddi”.

Ed aggiunge: la mente infantile è concreta, basata sull’interazione diretta, su una serie di tentativi, a volte anche infruttuosi, promossi da...

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Dall’IO al NOI: ontogenesi della relazione umana.

Non ho alcun dubbio, la cognizione umana è unica sotto vari aspetti.

Quello che da tempo sostengo, attraverso il blog “autismo fuori dagli schemi”, è che, alla fonte di questi aspetti, c’è il neurosviluppo (biocognizione).

Venti anni orsono, con la pubblicazione del testo” L’errore di Cartesio”, Antonio Damasio dava vita alla più profonda rivoluzione nell’ambito della psicologia cognitiva.

Rovesciando “penso dunque sono” in “sono dunque potrei pensare”, Damasio stabilisce che alla base della cognizione vi sono i processi biologici riguardanti non solo il Sistema Nervoso ma l’intero organismo.

Circa 150...

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Gli autismi e le schizofrenie, i neuroni specchio ed i neuroni parvalbuminici.

All’inizio del XX secolo, e fino al 1950, i neuropsichiatri infantili, sulla base di una sintomatologia comune (anomala percezione del tempo, anomalie mnemoniche, anomalie della pianificazione e del controllo comportamentale o flessibilità mentale, impoverimento del linguaggio, deficit della concentrazione, ottundimento delle emozioni e, soprattutto, isolamento sociale) consideravano l’autismo una “schizofrenia infantile” ovvero, una forma di psicosi cronica che, inevitabilmente, sarebbe evoluta verso un quadro clinico di pseudo-demenza.

Appare evidente che, dopo le pubblicazioni di Leo Kanner (1943) che liberarono l’autismo dalla connotazione psicotica e demenziale, la comunità scientifica e le nascenti associazioni di genitori di soggetti autistici presero definitivamente le dis...

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