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Quale futuro per la neuropsichiatria infantile?

Nel 1943 Leo Kanner, per la prima volta nella storia della medicina, faceva diagnosi di “Autismo Infantile “.

La genesi dell’autismo fu individuata in un’anaffettività materna ( madri frigoriferi ).

Le teorie psico-dinamiche pur del tutto infondate, condizionarono l’approccio all’autismo per più di 40 anni. La relazione, l’affettività, l’ emotività, furono considerate proprietà e non processi biologici.

A metà degli anni 80 del secolo scorso gli studi di Kandel ( il comportamento umano può essere compreso solo in termini neurobiologici), di Changeux ( l’Uomo neuronale), oltre che di una folta schiera di ricercatori, spostarono le attenzioni della comunità scientifica dalla psiche al cervello umano.

Una parte della psichiatria, e tutta la N.P.I...

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Istruzione, neurosviluppo e neuroscienze.

Le neuroscienze, negli ultimi decenni, ci hanno fatto conoscere che i cuccioli d’uomo vengono al mondo muniti di un cervello ove il numero delle cellule nervose è già quello che conterrà per tutta la vita.

Anche la sede ove si posizioneranno i neuroni è stata già raggiunta alla nascita. Così come, seguendo tracce chimiche predeterminate che identificano proto-mappe nel cervello in via di sviluppo, molte connessioni tra neuroni sono già stabilizzate.

Questo significa che veniamo al mondo non con una tabula rasa, bensì con un organo già in parte auto-organizzato, grazie a decine di milioni di anni di evoluzione.

E’ proprio grazie a questa auto-organizzazione cerebrale che veniamo al mondo con una forte attrazione per i volti, per le lingue, per le novità in genere.

E’ grazie al...

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Imparare ad imparare

Quando nel 1992 incontrai per la prima volta il dottor Carl H. Delacato, sua moglie Janice e suo figlio David, nacque in me, immediatamente, la voglia di comprendere quali segreti biologici venivano celati dai “comportamenti bizzarri” dei bambini autistici. Fu questo il motivo per il quale, l’amico Sergio Martone, mi consigliò la lettura di alcuni autori (Edelman, Kandel, Changeux, Calissano), tutti ispirati dai principi della biologia evolutiva.

Leggere le teorie e gli studi di questi scienziati non solo fece nascere in me una vera “dipendenza dal sapere”, ma modificò anche il mio approccio verso il primo quesito filosofico: “Conosci te stesso”.

Compresi che solo per i teologi e per pochi filosofi, oltre che per nostalgici analisti, poteva ancora essere sufficiente fare pr...

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Google ci rende geni o stupidi?

Più volte, negli articoli scientifici pubblicati dal blog “autismo fuori dagli schemi”, ho ricordato alle lettrici ed ai lettori che, per le neuroscienze del terzo millennio, ogni uomo è la sua storia.

Essere la propria storia significa che possiamo comprenderci solamente in una prospettiva evolutiva, di neurosviluppo, educativa, oltre che sociale e tecnologica.

E’ proprio sulla nostra storia tecnologica recentissima, oltre che sull’utilizzo del digitale nei bambini con neurosviluppo atipico, che vorrei condividere qualche riflessione, pur consapevole che gli strumenti tecnologici stanno dando un grande aiuto nello sviluppo socio-culturale, nella didattica, nel campo medico, nella produttività, ma usati acriticamente possono produrre “effetti indesiderati”.

Deve essere subit...

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BUON NATALE a tutti quelli che stanno al buio ma sperano di trovare la luce.

Le donne del nostro popolo si coprono per non esporsi e perdere il bianco segreto della pelle. A me piace invece il segno del sole sul collo dei braccianti, sul dorso delle mani. In queste albe salgo a riceverlo, così il bambino impara la luce, non si spaventerà quando uscirà all’aperto. Gli piace già, sta a pancia in su come i cuccioli. Gli racconto: “Più del giorno ti stupirà la notte. E’ un grande grembo stracarico di luci. Nelle sere d’estate qualcuna si stacca e viene vicino, fischiando. In mezzo a loro passa una via bianca, un siero di latte, quando lo vedrai vorrai succhiarlo. Pensa che io sono una di quelle luci e intorno a me c’è un ammasso di altre. Così è la notte, una folla di madri illuminate, che si chiamano stelle: di tutte loro, solo io la tua...

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Buon Cambiamento a tutti quelli che si prendono cura dei bambini con autismi.

Per i Cristiani questi giorni dell’anno corrispondono all’Avvento (attesa). Attesa verso il “cambiamento della propria vita” che non potrà generarsi se non dall’incontro con Gesù.

Per tutti gli Uomini questi giorni dell’anno corrispondono ad un periodo di preparativi per “la festa”. In tutti è viva la speranza che “qualcosa” o “qualcuno” possa CAMBIARE la nostra vita.

E’ per questo che il mio fraterno amico, Sergio Martone, mi ha inviato un “inno al cambiamento di paradigma”, una “preghiera ad uscire fuori dagli schemi che vedono il pensiero umano sottomesso alle tradizioni”.

Si tratta di una prefazione scritta per un libro: MICHELA, nel 1979, dal mio maestro Carl H. Delacato.

Voglio condividerla con le lettrici e lettori del blog “Autismo fuori dagli schemi”, augurando a tutti di non s...

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Cosa ci ha reso umani?

Emiliano Bruner è un paleo-neurobiologo ed è direttore del gruppo di ricerca in paleo-neurobiologia del Centro Nazionale di Ricerca sull’Evoluzione Umana a Burgos (Spagna), oltre ad essere professore presso il Centro di Archeologia Cognitiva dell’Università del Colorado (U.S.A.).

Nel mese scorso (novembre 2019) ha pubblicato un interessantissimo articolo sulla rivista Cerveaux & Psyco dal titolo “Il lobo che ci ha resi umani” facendo riferimento al lobo parietale, specie la parte inferiore, ed al ruolo di questa parte della nostra corteccia cerebrale nel garantirci di organizzare la cognizione (biocognitivismo).

Con le lettrici ed i lettori del blog “autismo fuori dagli schemi” vorrei sottolineare alcuni punti dell’articolo del professor Bruner al fine di una migliore comprensio...

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La psicanalisi, la genomica, la connettomica, gli autismi.

Da poche ore ho finito di leggere “CONNETTOMA”, un libro di Sebastian Seunc codice edizioni, e vorrei condividere con i lettori del blog “Autismo fuori dagli schemi” alcune considerazioni.

Per prima cosa, mentre leggevo la prima parte del libro, ho pensato ad un articolo di Edoardo Boncinelli scritto per il Corriere della Sera nel gennaio 2018.

In quell’articolo, Boncinelli sosteneva che, oltre alla genetica (DNA) ed all’ambiente (nutrimento, malattie, incidenti, agiatezza o meno, soddisfazioni e frustrazioni, insegnamento, scuola, interessi culturali, situazioni sentimentali e quantaltro), un fattore importantissimo nel determinare chi siamo (i nostri comportamenti) è rappresentato dal CASO (l’insieme di eventi biologici che hanno luogo nel nostro corpo e che non sono riconducibil...

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CON-TATTO

E’ abbondantemente riportato in letteratura che molti soggetti con disturbo dello spettro autistico, anche da adulti, apparentemente mostrano difficoltà nel gestire le emozioni (agitazione motoria quando sperimentano stati emotivi), nel comprendere i segnali che il loro corpo invia al loro cervello (riferire particolari dolori e la sede di questi dolori), nel tentare di nascondere i propri sentimenti all’altro oppure nell’intuire i sentimenti altui (quest’ultimo punto, per la mia esperienza clinica, rappresenta una vera leggenda metropolitana).

Le neuroscienze moderne stanno svelando i meccanismi biologici che sono alla base di queste osservazioni cliniche.

Lo stanno facendo puntando i riflettori su una particolare via di senso, del tutto trascurata dal cognitivismo tradizionale e...

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Apprendere con il proprio corpo.

Egregio Professore Parisi,

come assiduo lettore del suo Blog, le invio il seguente articolo che ho letto di recente. Nella tematica trattata, ho notato una completa identità di pensiero con i suoi interventi in relazione all’intimo collegamento tra mente e corpo. Tale clamorosa e documentata conferma delle sue interessanti riflessioni sull’approccio alla mente alterata, convalida ancora di più l’attuale necessità di “uscire dagli schemi” se si desidera avvicinarsi alla verità.

Sergio Martone

Cerveau & Psycho N. 113. Settembre 2019.  Pag. 40

APPRENDERE CON IL PROPRIO CORPO

Restare seduti e ascoltare?

Secondo la psicologia cognitiva, c’è di meglio da fare: i nostri gesti possono aiutarci ad assimilare meglio i concetti.

Manuela Macedonia, ricercatrice all’Istituto Max-Planck di Neuro...

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