La nuova scienza ci chiede di abbattere le berriere
Quando nel 1992 iniziai ad occuparmi di autismo, la sinestesia era un fenomeno neurologico ancora meno considerato. La si riscontrava solo dalle testimonianze personali, mentre le iniziali ricerche erano frenate dal fatto che le eperienze riferite dai sinesteti venissero considerate “fantasie creative di menti malate”.
Come poteva essere reale che, in una persona, la stimolazione di un senso causasse esperienze insolite ed automatiche in un senso diverso? Poteva essere “sano di mente” uno che riferiva di sperimentare gli odori come se avessero suoni, oppure i giorni della settimana come dotati di sapori differenti o, ancora, le forme suono- colore o grafema-colore? In questi pochi decenni, non solo la scienza ha stabilito che l’esperienza riferita fosse reale, ma ha cercato anche d...