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La teoria polivagale

Nel precedente articolo abbiamo definito che, il Sistema Nervoso Autonomo è il sistema che innerva la muscolatura dei visceri (vasi ed organi), regolando le funzioni vegetative, sovente in maniera molto rapida, oltre che automatica. Il S.N.A. è composto da due branche principali, denominate sistema SIMPATICO e sistema PARASIMPATICO. In natura il sistema nervoso simpatico è fatto per attivarsi durante situazioni d’emergenza, per poi disattivarsi subito dopo. Immaginate una preda che improvvisamente scappa da un suo predatore, ma che dopo pochi minuti è fuori pericolo, o ammazzata. In entrambi i casi il sistema simpatico si arresta. L’uomo rappresenta un’eccezione...

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Nino non aver paura di tirare un calcio di rigore.

Senza i circuiti neuronali subcorticali non sarebbero possibili comportamenti complessi, coordinati ed automatici utili per la sopravvivenza. Allo stesso tempo però, dobbiamo considerare che le emozioni sono sempre dirette verso caratteristiche dell’ambiente esterno (trasdotte a livello dei recettori sensoriali), cioè hanno sempre un loro oggetto e pertanto dipendono dall’ambiente. Ma, è pur vero che, esperire questi comportamenti complessi, coordinati ed automatici (emozioni), fatti di espressioni facciali, posture, modifiche di risposte vegetative e neuroendocrine, richiede delle modifiche fisiologiche a carico del corpo posto dinanzi allo stimolo emozionale, oltre che alla percezione di tali modifiche...

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Anatomia delle emozioni

whatsapp-image-2017-01-03-at-09-29-05                                          whatsapp-image-2017-01-03-at-09-33-17

Fig1.                                                                                                    Fig.2

Immagini tratte da “Il cervello emotivo” di Joseph LeDoux

Ha ancora senso, in termini scientifici, parlare di emozioni o di un meccanismo che regola le emozioni?

In effetti i circuiti corticali ed i neurotrasmettitori che supportano le diverse emozioni sono sovente molto differenti...

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Dal comportamento difensivo al sentimento di paura

E’ sempre utile precisare che emozioni distinte vanno studiate come unità funzionali distinte e, dunque, riferibili a neurostati, ovvero a circuiterie neurali differenti. A quest’ultimo livello, possiamo affermare che, ogni unità emotiva (paura, gioia, rabbia, ecc.) va considerata come un insieme di segnali in entrata (suoni, odori,aspetti visivi, ecc.), una moltitudine di aree neuronali associative e un insieme di segnali in uscita. Nel corso dell’evoluzione si sono selezionati i circuiti neuronali, ed in parte la loro organizzazione, al fine di captare determinati segnali in entrata o stimoli scatenanti, capaci di attivare la rete neuronale...

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Verso una diagnosi biologica delle psicosi?

Venticinque anni fa incontrai un genitore di un soggetto con autismo che fece nascere in me la “curiosità” di provare a comprendere i segreti del comportamento autistico. Questo Natale, quel genitore, mi ha donato quest’articolo. Ho piacere a condividere queste preziose informazioni con le amiche e amici del blog.

Cerveau & Psycho Mensile francese N.84 gennaio 2017. Pag. 21

Verso una diagnosi biologica delle psicosi?

Thomas Insel, neuroscienziato e psichiatra, direttore di I’Istituto Nazionale di Salute Mentale americana tra 2002 e 2015.
Traduzione di Sergio Martone, genitore, Vice Presidente Associazione Acffadir ONLUS.

Schizofrenia, disturbo bipolare… Da quasi un secolo, queste categorie diagnostiche raggruppano in effetti dei pazienti molto differenti...

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Auguri di Buon Natale: andare all’essenziale!

Gli auguri più sinceri a tutte le amiche ed amici del blog di un Buon Natale e Felice Anno Nuovo.

Il blog ha costantemente provato ad andare “fuori dagli schemi”, di andare all’essenziale. Lo ha fatto sin dal primo articolo quando ha “contestato” la generica diagnosi di autismo, ed ha proposto ,in  coerenza con le conoscenze scientifiche attuali, una classificazione degli autismi in merito alla clinica (presenza o meno di stereotipie,livello di sviluppo del linguaggio, età di insorgenza dei primi sintomi) ed  al livello di organizzazione dell’attività elettrica cerebrale ( e.e.g.) . E’ andato fuori dagli schemi quando ha invitato TUTTI a non esaurire il proprio ruolo nel “categorizzare” una condizione medica...

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L’importanza del sistema somato sensoriale per il cognitivo

Le neuroscienze attuali ci hanno fornito “la grande occasione” di comprendere le patologie mentali grazie alla neurologia, ovvero grazie allo studio dell’anatomia, della fisiologia e della semeiotica del Sistema Nervoso. Qualora si volesse cogliere questa grande occasione, la prima questione ad essere chiarita, dovrebbe essere quella di comprendere che non esiste, contrariamente a quanto insegnatoci, la percezione pura di un oggetto nell’ambito di un singolo canale o modalità sensoriale (es. visione). Per percepire un oggetto, qualunque modalità sensoriale sia interessata, l’organismo ha bisogno di segnali sensoriali specializzati, oltre che dei segnali che derivano dagli aggiustamenti del corpo, necessari per la realizzazione della percezione...

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Sentimento ed autismo……… e robotica

Quando, involontariamente o meno, ti capita di “incontrare” un volto o un rametto di pungitopo, oppure l’odore di un sigaro cubano, o un tocco sulla nostra testa o, ancora, una nota musicale, oppure, in una terra straniera, immagini i colori del “tuo” Vesuvio, succede che, nel tuo cervello, si innesca una modifica delle rappresentazioni neuronali (neurostato). Queste sono conseguenziali al fatto che, come già scritto nell’ultimo articolo, certe aree neuronali inviano potenziali d’azione ad altre aree cerebrali, oltre che ad ogni parte del  nostro corpo, attraverso la via neuronale e quella ematica. L’azione (viscerale e motoria) automatica che ne consegue (psicostato) viene chiamata EMOZIONE...

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Emozione ed Autismo (ricapitolando)

Ricapitolando gli eventi descritti (anche se ancora parziali per una comprensione ottimale della problematica), possiamo affermare che, le neuroscienze attuali, considerano quanto segue fondamentale per lo studio della biologia dell’emozione:

-Quando il mio sguardo, o qualsivoglia via sensoriale, “cade” su di un induttore di emozione (ad es. il volto di una persona), la conseguenza è, sia una rappresentazione (più o meno consapevole) visiva di “quel volto”, sia il coinvolgimento dell’intero organismo, in merito a “quel volto”.

-Inoltre, conosciamo con certezza che “quel volto” non viaggia nei nostri cervelli come una fototessera...

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Emozione ed Autismo (parte quarta)

Nel corso dell’evoluzione, di fronte a certi “stimoli”, specie quelli potenzialmente utili o pericolosi per la sopravvivenza, gli organismi hanno acquisito i mezzi per reagire, collezionando risposte denominate “emozioni”.

Dunque, le emozioni possono presentarsi in due tipi di circostanze: quando l’organismo PERCEPISCE oggetti e/o situazioni attraverso i suoi dispositivi sensoriali oppure, quando RICORDA (ripercezione o ricategorizzazione) oggetti e/o situazioni.

Quello che succede tipicamente in un’emozione è che alcune aree cerebrali inviano informazioni ad altre regioni del sistema nervoso, oltre che al corpo intero. Le informazioni viaggiano lungo due vie, una è rappresentata dal flusso ematico (attività ormonale), mentre l’altra è la via neuronale (attività elettrochimica)...

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