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Emozione ed Autismo (parte terza)

Sentir citare la parola emozione richiama alla mente una delle “emozioni universali”, quale gioia, tristezza, disgusto, paura, rabbia, sorpresa, oppure una delle emozioni sociali, quale l’imbarazzo o la gelosia, oppure la colpa o l’orgoglio, o ancora un’ emozione di fondo (benessere, malessere, calma, tensione). Tutte le emozioni, per le neuroscienze attuali, sono risposte chimiche e neuronali, la cui funzione è quella di assistere l’organismo nella conservazione della vita. Dunque, le emozioni sono processi determinati biologicamente, dipendenti da circuiti neuronali la cui organizzazione neurologica è in parte predisposta in modo innato, lasciando al processo di apprendimento il compito di modulare l’espressione dell’emozione...

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Emozione ed Autismo (parte seconda)

Alla fine della nostra esistenza siamo deteriorati e moriamo. In effetti, la maggioranza di ciò che ci compone si deteriora nel corso della nostra vita, per questo viene sostituita da altre parti a loro volta deteriorabili. Durante la vita, numerosissime volte, si ripetono i cicli di morte e nascita, alcune nostre cellule sopravvivono pochi giorni, altre per un anno, altre rappresentano una vera eccezione (cellule nervose, cellule del cuore, cellule del cristallino). L’apprendimento rappresenta il processo, attraverso il quale, le cellule nervose, non sostituibili, vengono modificate...

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Emozione ed autismo (parte prima)

Seguire con gli occhi un airone sopra il fiume e poi ritrovarsi a volare e sdraiarsi felice sopra l’erba ad ascoltare un sottile dispiacere…………domandarsi perchè quando cade la tristezza in fondo al cuore come la neve non fa rumore e guidare come un pazzo a fari spenti nella notte per vedere se poi è tanto difficile morire…….capire tu non puoi……..tu chiamale se vuoi emozioni……….

L’emozione,così come il tempo e la consapevolezza, è un concetto chiaro a tutti, fin  quando non ci viene chiesto di definirlo. Per tale motivo ho ritenuto opportuno partire da una delle più belle definizioni del significato di emozione regalataci da Mogol e Battisti. In perfetta coerenza con quanto scritto in questi sei mesi, tratteremo l’argomento nei termini della neurobiologia evolutiva.

Nel secolo scorso,...

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Una nuova era per i disturbi dello spettro autistico

Il blog ha compiuto sette mesi, durante i quali sono stati presentati 105 articoli, al fine di favorire la comprensione dei disturbi dello spettro autistico. Tutti gli articoli sono coerenti con la formazione dell’autore (biologica evolutiva). Quest’ultima è figlia di recenti conoscenze scientifiche che, da qualche decennio a questa parte, hanno radicalmente modificato il modo di inquadrare la malattia mentale. Infatti, siamo ben consapevoli di come un eccesso di dopamina possa generare un “disturbo psichico”, mentre una carenza di dopamina produce un “disturbo motorio”. Per stare in “buona salute” è necessario preservare l’equilibrio. Quando questo è compromesso il cervello non funziona più in maniera normale...

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“L’interprete autistico”

Non vi sono più dubbi, il nostro sviluppo neurologico e, dunque, il nostro modo di divenire individui (con un comportamento normale o patologico), è plasmato dalla pressione ambientale ed evolutiva. Infatti, il nostro cervello, non meno del nostro cuore o delle mani, si è evoluto all’interno di una particolare situazione ambientale, sotto la pressione selettiva idonea per quella situazione. Appare sempre più evidente che le nostre abilità cognitive non possano essere prerogativa di una porzione del nostro cervello...

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Non c’è differenza tra “vedere” e “manipolare”

La nuova concezione proposta, ovvero l’approccio biocognitivo, considera il vedere, il sentire, il gustare, non  dissimile dal “toccare”. Ad esempio, percepire al tatto una pipa o una palla consiste nell’usare la mano come strumento per esplorare l’oggetto, ovvero la pipa o la palla. Così come quando, strizzando una spugna facciamo esperienza della sensazione di morbidezza. Quest’ultima è intimamente connessa alla particolare interazione verificatasi con la spugna. Allo stesso tempo, l’esperienza visiva non è qualcosa “creata” dal nostro cervello (cognitivismo classico), ma consiste nell’essere coinvolti in un’ interazione visivo-esplorativa con l’ambiente...

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Siamo prigionieri della nostra biologia

Quando, in corso di registrazione (fRMN) veniamo sottoposti al test delle figure ambigue, possiamo vedere dapprima una versione, poi l’altra, poi di nuovo la prima, e così via. Siccome la figura non cambia, qualora percepiamo una scena (anatra, ovvero psicostato x), significa che nella nostra corteccia cerebrale si è imposto il neurostato x, mentre, quando guardando la stessa figura, un istante dopo, vediamo il coniglio (psicostato y), significa che, a livello della nostra corteccia cerebrale, una nuova circuiteria neuronale si è imposta, quella specificata come neurostato y. Ogni qualvolta diveniamo consapevoli del cambiamento della scena percepita, popolazioni di neuroni delle aree anteriori del nostro cervello si sono attivate. Ma chi ha deciso il cambiamento?...

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Luigi non sa decidere, ovvero sbaglia nelle scelte (parte seconda).

Per le scienze cognitive, abbiamo visto nella prima parte dell’articolo, le scelte decisionali prese dall’uomo sono appannaggio di una popolazione di neuroni, migrati, nel corso del neurosviluppo, nelle aree più anteriori del nostro cervello, in special modo nella porzione ventro-mediale di questa. Abbiamo visto come le neuroimmaging e la clinica (la storia di Phineas Gage) abbiano dato ulteriore forza a tale teoria.

In effetti, a ben riflettere, proprio le neuroimmaging e la clinica danno una forte spallata a tale modello teorico (area dei processi decisionali localizzata nelle regioni pre-frontali)...

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Luigi non sa decidere,ovvero sbaglia nelle scelte.(parte prima)

Luigi è un bellissimo bambino di 10 anni . Il suo linguaggio non è sufficientemente sviluppato,anzi, “dice” poche parole anche se, da qualche anno, dimostra a tutti che la sua comprensione verbale è ottima. Anche le stereotipie prevalentemente visive : allineare gli oggetti sui bordi dei tavoli, sfarfallamento, sono da qualche anno scomparse ovvero, sembrano più “atteggiamenti”, poichè ricompaiono solo nei rari momenti in cui manifesta noia e/o disinteresse per ciò che lo circonda.Anche il comportamento di Luigi è notevolmente migliorato, si mostra meno iperattivo e molto meno imprevedibile sia in casa che a scuola. Nei luoghi pubblici ,specie nei bar, persistono alcune problematiche...

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L’uomo è parte integrante della natura

L’uomo è parte integrante della natura. Noi umani condividiamo con gli altri animali il sistema delle proteine, il sistema delle molecole ed il codice genetico.

Il modello teorico, su cui trovano fondamenta le idee proposte attraverso il blog, è quello di sostenere con forza come non sia possibile comprendere alcun fenomeno biologico, tanto meno la cognizione, se non alla luce del processo evolutivo che, lentamente ma inesorabilmente, ha condotto sia alle forme di vita attuali che alle strutture e funzioni di ciascuna di esse.

La cognizione, come tutte le attività mentali, si possono studiare come un’attività, o un complesso di attività, del corpo, per tale motivo deve essere iscritta nel grande capitolo della fisiologia, quindi delle scienze biologiche.

L’evento all’origine della...

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