La nuova concezione proposta, ovvero l’approccio biocognitivo, considera il vedere, il sentire, il gustare, non dissimile dal “toccare”. Ad esempio, percepire al tatto una pipa o una palla consiste nell’usare la mano come strumento per esplorare l’oggetto, ovvero la pipa o la palla. Così come quando, strizzando una spugna facciamo esperienza della sensazione di morbidezza. Quest’ultima è intimamente connessa alla particolare interazione verificatasi con la spugna. Allo stesso tempo, l’esperienza visiva non è qualcosa “creata” dal nostro cervello (cognitivismo classico), ma consiste nell’essere coinvolti in un’ interazione visivo-esplorativa con l’ambiente...
Emozione ed Autismo (parte terza)
Sentir citare la parola emozione richiama alla mente una delle “emozioni universali”, quale gioia, tristezza, disgusto, paura, rabbia, sorpresa, oppure una delle emozioni sociali, quale l’imbarazzo o la gelosia, oppure la colpa o l’orgoglio, o ancora un’ emozione di fondo (benessere, malessere, calma, tensione). Tutte le emozioni, per le neuroscienze attuali, sono risposte chimiche e neuronali, la cui funzione è quella di assistere l’organismo nella conservazione della vita. Dunque, le emozioni sono processi determinati biologicamente, dipendenti da circuiti neuronali la cui organizzazione neurologica è in parte predisposta in modo innato, lasciando al processo di apprendimento il compito di modulare l’espressione dell’emozione...