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Nell’autismo è compromessa la percezione o la cognizione?

Poche condizioni mediche hanno subito, da parte della medicina, lo stesso “maltrattamento” riservato all’autismo. Per ricordare qualche “torto scientifico” perpetrato nei confronti dell’autismo si può citare l’errore diagnostico iniziale, quando per più di quarant’anni, la medicina ha attribuito la genesi dell’autismo all’anaffettività materna nei confronti del proprio figliolo. Un altro “torto”, altrettanto importante, è stato quello di considerare, ai nostri giorni, l’autismo quale condizione geneticamente determinata e, dunque,  malattia ereditaria...

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La “socialità” va a braccetto con la “immunità”

Negli ultimi articoli del blog sto cercando di rendere, tutte le conoscenze forniteci dalle moderne neuroscienze sulla neuroplasticità, comprensibili a coloro che mi stanno seguendo in questo “viaggio”. Questo cammino è necessario, sia per ben comprendere come il sistema nervoso si “organizza”, ovvero apprende quelle abilità neurali di cui, nel corso della vita, se ne avvantaggerà il suo possessore, sia per stabilire eventuali programmi neuro-abilitativi e/o educativi. Alcune mie ricerche recenti mi spingono ad occuparmi, momentaneamente, di altro, consapevole che riprenderò, a breve, l’argomento neuroplasticità.

La relazione tra sistema immunitario, ovvero la rete di cellule che lavorano insieme per difendere il nostro corpo, ed il sistema nervoso ci appare sempre più stre...

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L’altro aspetto della neuroplasticità: il fantasma.

“Io dico ai miei studenti, quando andate ad un convegno scientifico, guardate in che direzione vanno tutti, così potete andare nella direzione opposta. Non sprecate il vostro tempo seguendo la massa” Ramachandran

Il nostro cervello obbedisce al principio “usalo o lo perderai” pertanto, quando si sviluppa una mappa neuronale, questa più sarà attiva e, dunque, specificherà quel particolare neurostato, più si evidenzierà quel particolare comportamento o psicostato. La plasticità si presenta competitiva ovvero, più le mappe neuronali si attivano più si espandono a discapito di quelle meno utilizzate...

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Quando iniziare le terapie abilitative per l’autismo

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Siamo tutti un po’ (o tanto) instabili.

L’idea che il nostro cervello sia immutabile o geneticamente cablato, per cui quando una noxa patogena ne altera la struttura ed il funzionamento, appartiene ad un passato oramai sepolto. Le neuroscienze ci presentano il cervello come un organo con vincoli biologici predefiniti (numero delle cellule nervose, migrazioni cellulari in aree prestabilite in quantità definita) ma, allo stesso tempo strutturato, nella sua organizzazione più fine, dalla sua costante interazione con il mondo (esperienza). Ciò vale non solo per le aree cerebrali direttamente connesse al mondo esterno, come le aree corticali sensoriali, ma anche per quelle aree evolutivamente più recenti o più anteriori, quali le cortecce associative secondarie e terziarie, ove le abilità astrattive umane trovano la loro genesi...

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Articolo 9

Articolo 1 : trattandosi di un’anomalia del comportamento non può essere proponibile un approccio al ” problema ” che non sia in termini neurobiologici. Allo stato, solo attraverso la neurobiologia lo studio del comportamento umano è reso sondabile e trasparente.
Articolo 2: non esiste un’unica causa nella genesi di tutti i quadri clinici diagnosticati “autismo”. Per tale motivo è necessario che la comunità scientifica si impegni nel classificare gli autismi ai fini terapeutici e prognostici.
Articolo 3: la tipicità neuroanatomica specifica dell’autismo consiste in un’alterazione della connettività tra neuroni, talvolta evidente sin dalle prime fasi dello sviluppo.
Articolo 4: le ipotesi di trovare un sistema specifico dell’autismo si sono infrante...

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Le terapie possono essere dannose

Tra gli anni 60 e 90 del secolo scorso, quelli in cui mi sono formato accademicamente, la ricerca biologica sull’autismo è stata denigrata. I pochi ricercatori che applicavano i principi biologici alla base della comprensione del disturbo autistico in età evolutiva venivano considerati, nella migliore delle ipotesi, biologi deterministi, che ignoravano i processi psicologici e sociali.

Non vi sono più dubbi ,oggi, sul ruolo della biologia nella genesi del disturbo autistico. L’autismo è causato da un cattivo funzionamento dei circuiti neurali conseguenziale ad una noxa patogena nella sfera cervello/corpo/ambiente, tenendo presente che, quando parliamo di ambiente, non ci riferiamo ai genitori, all’abitazione o al vicinato.

Siamo però all’inizio...

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Il poliomavirus

L’autismo rappresenta una condizione clinica che, a secondo dei casi, può essere generata da differenti cause. Altra caratteristica, sovente sostenuta negli ambienti scientifici, è quella di considerare l’autismo una patologia multifattoriale ovvero, più cause possono “concorrere” alla sua insorgenza. Perchè mai, allora, dovremmo considerare folle l’idea di proporre ad un bambino autistico un regime dietoterapico, specie in presenza di stipsi ostinata e/o diarree frequenti, visto che, in tali condizioni, la presenza di alti indici infiammatori è la norma ? La stessa “paura” di vaccinare un bambino, perchè dovrebbe scientificamente essere considerata “irrazionale” e priva di ogni logica?

Recentemente, la ricerca scientifica ha scoperto che, chi assume farmaci immunos...

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Fino a quando si può iniziare a parlare.

Sulle origini del linguaggio umano si sono confrontate, negli ultimi decenni, due teorie: quella gestuale e quella vocale. Secondo la teoria gestuale, come ho ampiamente documentato negli articoli precedenti, si sostiene  che il linguaggio si sia evoluto da un sistema di gesti che cominciò ad esprimersi quando gruppi di scimmie, assumendo la postura eretta, resero disponibili le mani per forme di comunicazioni sociali ovvero, per stabilire alleanze (specie con lo spulciamento). La teoria vocale invece propone che il linguaggio si sia evoluto dai vocalizzi dei primi primati, deputati, come abbiamo visto, ad esprimere eccitamento e/o paura...

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Parlava,poi ha smesso, ora non parla più.

Ho impegnato circa 30 anni nello studio delle neuroscienze, cercando di applicare tali conoscenze nella diagnosi e cura delle cerebrolesioni in età evolutiva. Ho incontrato migliaia di famiglie di bambini cerebrolesi ,la maggioranza erano genitori di bambini con autismo. Nulla “inquieta” i genitori quanto l’assenza del linguaggio dei loro bambini. Sovente mi è stato chiesto perchè quel bambino ,pur pronunciando intorno ai 12 mesi di vita diverse parole, aveva poi smesso, totalmente ed all’improvviso, di parlare. Per tale motivo, spesso si sostiene che un vaccino abbia potuto provocare l’insorgere dell’autismo poichè, nessun altro ipotetico evento patogeno viene rilevato nella storia di quel bambino, intorno a quell’epoca della sua vita.

Non ho alcuna competenza scientific...

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