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IO, NOI, ontogenesi della relazione umana (tipica ed atipica). Giorno 24

Un affascinante viaggio lungo le vie che ci fanno guardare.

Che cosa provoca un danno ad uno dei nervi cranici che innervano i muscoli extraoculari oppure al suo  nucleo?

La paralisi del(dei) muscolo innervato da quel nervo con conseguente sintomatologia (diplopia o visione doppia).

A prescindere dall’esperienza clinica dello specialista a cui ci si è rivolti, la diplopia non è il sintomo che tipicizza il quadro clinico dei disturbi dello spettro autistico.

Pertanto, lo sguardo sfuggente, come il mancato o scarso contatto oculare che caratterizza i bambini con autismo, non è conseguenziale ad un danno primario nei muscoli extraoculari nè, tantomeno,  nei nervi cranici specifici o nei loro nuclei.

Dobbiamo, attraverso l’anatomia, proseguire l’indagine.

Da alcune aree del tronc...

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IO, NOI, ontogenesi della relazione umana (tipica ed atipica) Giorno 23

I bambini dallo sguardo sfuggente

Il numero dei bambini a cui è stato diagnosticato l’autismo è cresciuto considerevolmente negli ultimi trent’anni.

Per molti, proprio questo dato nega la spiegazione che l’autismo possa avere una genesi ereditaria poichè le mutazioni del DNA non avvengono così rapidamente.

Già agli inizi dello scorso secolo, di fronte all’elevata frequenza con cui venivano diagnosticate le malattie mentali, uno dei padri della moderna psichiatria, Emil Kraepelin, formulò l’ipotesi che un brusco aumento di queste patologie fosse provocato dalle accresciute dimensioni delle città, dall’aumento delle povertà urbane e dal ritmo di vita accellerato...

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IO, NOI, ontogenesi della relazione umana (tipica ed atipica). Giorno 22

Gli stranieri dell’ultima frontiera.

Guardare un bambino che, senza fine, si morde una mano o fa ruotare un portacenere in modo ipnotico, fissa per ore, con lo sguardo vuoto, un granello di polvere, che urla, al vostro avvicinarsi, come un animale ferito, che si colpisce il volto senza fine o si spalma sul corpo le sue stesse feci, guardando per tutto il tempo diritto attraverso di voi, incute paura.

Questo è il bambino autistico!

Egli vi ignora: è respinto da ogni contatto umano, non vi ascolterà o parlerà con voi, nè vi permetterà di toccarlo. Non vorrà neppure guardare un altro essere umano. Il suo solo piacere, il suo soddisfacimento, sembra solo venirgli dalla sua attività grottesca, ricorrente, spesso automutilatrice.

Preferisce le cose alla gente; è sempre solo, chiuso i...

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IO, NOI, ontogenesi della relazione umana (tipica ed atipica). Giorno 21

Perchè definire l’autismo una disprassia è solamente un piccolissimo passo in avanti?

Chi ha letto con attenzione gli ultimi due articoli intuisce il perchè negli ultimi anni, sempre più ricercatori, a livello internazionale, hanno definito i bambini con disturbo dello spettro autistico “bambini disprassici”.

Dalla mia prospettiva (come neurofisiopatologo)  questo cambio di paradigma, per essere utile alla nostra causa (conoscere che cos’è l’autismo per progettare indirizzi terapeutici più efficaci)) deve rappresentare solo l’inizio del cambiamento.

Comunque, ha il merito di spostare l’attenzione dal comportamento al sistema motorio, e non è poco.

Se si pensa alla straordinaria raffinatezza dei movimenti che possono essere compiuti da un musicista, un ginnasta o un ch...

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IO, NOI, ontogenesi della relazione umana (tipica ed atipica). Giorno 20

Per il neurologo il martelletto è prezioso.

L’esame neurologico era considerato uno strumento diagnostico potentissimo nell’era pre-TC/RM, quando i grandi clinici del passato riuscivano a diagnosticare una lesione nel sistema nervoso spesso con stupefacente accuratezza.

Nel corso di un esame neurologico, lo specialista, battendo il martelletto su di un tendine, evoca un riflesso tendineo profondo o riflesso mono-sinaptico da stiramento.

Questo riflesso è un arco riflesso molto noto che inizia dai recettori o fusi neuromuscolari, i quali sono capaci di trasdurre il grado e la velocità di stiramento nei muscoli in energia nervosa o potenziali d’azione...

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IO, NOI, ontogenesi della relazione umana (tipica ed atipica). Giorno 19

Per apprendere, l’attività nervosa deve girare e rigirare tra gli stessi circuiti.

In precedenza ho ricordato che il sistema nervoso umano si sviluppa in segmenti, simili a quelli degli animali più semplici, che si sono originati da un foglietto di cellule ectodermiche ripiegatesi, nelle prime settimane dello sviluppo embrionale, a formare il tubo neurale.

Il cervello prenderà origine dal rigonfiamento più craniale di questo tubo neurale.

Io sostengo che, nelle strutture più centrali del tubo e dei suoi rigonfiamenti craniali si verificheranno le prime anomalie morfo/funzionali che daranno origine, a cascata, ad altri cambiamenti in quel S.N..

L’AUTISMO è l’espressione clinica di questi cambiamenti.

E’ questo il  motivo per il quale sto sostenendo con forza la necessità di co...

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IO, NOI, ontogenesi della relazione umana (tipica ed atipica). Giorno 18

Nel cervello c’è soltanto ordine.

Abbiamo visto che per essere coscienti dobbiamo, innanzitutto, “sentire” il nostro corpo.

Abbiamo visto che le vie somato-sensitive portano informazioni dal nostro corpo al cervello, in un’area situata dietro alla scissura di Rolando. Davanti alla scissura di Rolando troviamo i corpi dei neuroni che porteranno l’informazione ai nostri muscoli (più precisamente ai neuroni situati  nel tronco cerebrale o nel midollo spinale che, a loro volta, attraverso i nervi periferici, si collegheranno ai muscoli) formando le vie motorie.

In altre aree delle nostre cortecce giungeranno le informazioni provenienti dal mondo esterno e trasdotte, sotto forma di energia nervosa (potenziali d’azione), dai recettori sensoriali.

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Queste informazioni giungono ...

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IO, NOI, ontogenesi della relazione umana (tipica ed atipica). Giorno 17

Tutto andrà bene……. se cambiamo prospettiva.

Nessun bambino al mondo può manifestare e ricevere diagnosi di “disturbo dello spettro autistico” senza una disorganizzazione primaria di questo macrocircuito neuronale.

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E’ importantissimo, per comprendere, osservare che le frecce sono bidirezionali (circuito).

Chi è interessato a “conoscere” l’autismo deve necessariamente “conoscere” la clinica (psicostato) ed il circuito (neurostato).

Il blog “autismo fuori dagli schemi”vuole sottolineare che soltanto se cambiamo prospettiva…..tutto andrà bene.

Buon approfondimento.

Quando nel lontano 1° maggio 1996 fui invitato a Barcellona per partecipare ai lavori internazionali organizzati da Autismo Europa ricordo che molti ricercatori, con l’entusiasmo di chi veniva fuori d...

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IO, NOI, ontogenesi della relazione umana (tipica ed atipica) Giorno 16

Dopo lo sguardo ed il sorriso viene il solletico.

Affermare che il bambino con disturbo dello spettro autistico abbia una modalità atipica di relazionarsi perchè un’anomala interazione corpo/cervello ha modificato il suo neurosviluppo, non significa disconoscere il ruolo svolto dall’apprendimento pedagogico e culturale (nel senso più ampio del termine) nel processo di acquisizione di importanti abilità e di indispensabili conoscenze per modulare le nostre relazioni sociali.

Ma, come ho ampiamente documentato, per prima cosa dobbiamo comprendere che una tipica interazione corpo/cervello è propedeutica per l’apprendimento pedagogico e sociale, e non viceversa (almeno per l’autismo).

Allo stesso tempo, affermare che i bambini con un disordine biologico sfociante nell’autismo no...

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IO, NOI, ontogenesi della relazione umana (tipica ed atipica). Giorno 15

“Fuori dagli schemi convenzionali”

In queste due settimane trascorse “insieme” ho provato a trattare il problema della relazione o del sociale nel bambino con disturbo dello spettro autistico.

L’ho trattato da una prospettiva “fuori dagli schemi”.

Infatti, non mi sono occupato di come misurare il “deficit relazionale” in quel bambino/paziente.

Non ho  attribuito quel “deficit relazionale” al fatto che il bambino in questione fosse autistico, per cui doveva per forza manifestarlo.

Non ho considerato quel “deficit relazionale” l’espressione di un deficit della capacità del bambino di leggere le intenzioni dell’altro...

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