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IO, NOI, ontogenesi della relazione umana (tipica ed atipica) Giorno 4

la rivoluzione del nono mese

Nell’articolo precedente ho concluso tracciando gli obiettivi della psicologia dello sviluppo: i profili di neurosviluppo e le esperienze necessarie per acquisire le abilità.

Prima di soffermarmi su questi aspetti voglio ricordare che le grandi scimmie e altre specie animali prendono il mondo per come appare a loro (soggettivo), senza confrontarlo con niente altro (oggettivo).

Non abbiamo dubbi in merito al fatto che le grandi scimmie sanno immaginare che cosa un altro individuo sta provando o ha provato, ma non lo confrontano con ciò che loro, o chiunque altro, stanno o hanno provato, e meno ancora con una prospettiva oggettiva.

In altri termini, spiegherò meglio questo concetto più avanti, possiamo dire che nei loro cervelli è carente quella integrazi...

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IO, NOI, ontogenesi della relazione umana (tipica ed atipica) Giorno 3

Il cervello umano è più grande del cielo

Il cervello umano adulto è grande circa tre volte quello delle altre grandi scimmie.

Qualora volessimo spiegare le differenti abilità sociali e cognitive tra noi umani e le grandi scimmie, questa enorme differenza di grandezza rappresenterebbe poca cosa rispetto alla differenza di tempo necessario per ottimizzare il processo di organizzazione neurologica tra il cervello dello scimpanzè e quello umano.

Infatti, già alla nascita il cervello dello scimpanzè ha una dimensione pari a circa la metà della grandezza da adulto mentre a due anni raggiunge il 90% della dimensione definitiva.

Il cervello dei cuccioli d’uomo, alla nascita, è il 20% della grandezza da adulto, raggiungendo il 90% della grandezza da adulto non prima degli otto anni (epoca...

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IO, NOI: ontogenesi della relazione umana (tipica ed atipica) Giorno 2

La biologia evolutiva e la psicologia dello sviluppo

Fin dalla sua origine (due milioni di anni fa), il genere Homo si è mostrato molto competitivo anche all’interno della propria specie, che diventava sempre più una competizione tra gruppi.

La competizione con altri gruppi umani richiedeva sempre più la trasformazione in un gruppo sociale a maglie più strette per proteggere il proprio stile di vita dagli invasori.

Le popolazioni umane crescendo si scindevano in gruppi più piccoli, dando vita ad un’organizzazione tribale, in cui un certo numero di gruppi sociali (di NOI) differenti erano ancora un singolo super-gruppo o una “cultura”.

La necessità di distinguere gli altri dal proprio gruppo culturale inaugurò (circa 150.000 anni fa) l’era dell’Homo sapiens-sapiens.

All...

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IO, NOI: ontogenesi della relazione tipica ed atipica. Parte prima

Una persona autistica, per definizione, è una persona con una problematica relazionale.

In questo momento di “emergenza”, causa emergenza COVID-19, ove il nostro modo di relazionarci necessariamente deve subire qualche modifica, il blog “autismo fuori dagli schemi” vuole quotidianamente pubblicare una pagina sulla relazione umana e sul neurosviluppo della relazione umana, facendo riferimento, come sempre, alla biologia evolutiva.

ONTOGENESI  UMANA

Nella linea evolutiva umana, come risposta ad adattive sfide specifiche, compare la cultura.

Oggi, l’idea tradizionale di cultura come qualcosa di avulso dalla biologia e dall’evoluzione non ha alcuna utilità e, pertanto, motivo di esistere.

Far riferimento all’evoluzione significa aver ben chiaro il concetto che, la selezione naturale...

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Chi ancora non l’ha capito?

Nell’ultimo numero di ” MIND, mente & cervello” Marzo 2020, nella sua rubrica “Storie della Mente” il professor Alberto Oliverio, docente di Psicobiologia alla Sapienza Università di Roma, scrive che NEL CORSO DEL SUO SVILUPPO IL CERVELLO HA BISOGNO DI FARE ESPERIENZE TATTILI E MOTORIE.

Ne è talmente convinto da sconsigliare fortemente l’esperienza della realtà virtuale che, secondo il professore, “ è fatta prevalentemente di immagini bidimensionali, oltre che di passività invece che di esperienze attive sensoriali e motorie in spazi a tre dimensioni su realtà e materiali diversi, viventi e non, soffici e duri, caldi e freddi”.

Ed aggiunge: la mente infantile è concreta, basata sull’interazione diretta, su una serie di tentativi, a volte anche infruttuosi, promossi da...

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Dall’IO al NOI: ontogenesi della relazione umana.

Non ho alcun dubbio, la cognizione umana è unica sotto vari aspetti.

Quello che da tempo sostengo, attraverso il blog “autismo fuori dagli schemi”, è che, alla fonte di questi aspetti, c’è il neurosviluppo (biocognizione).

Venti anni orsono, con la pubblicazione del testo” L’errore di Cartesio”, Antonio Damasio dava vita alla più profonda rivoluzione nell’ambito della psicologia cognitiva.

Rovesciando “penso dunque sono” in “sono dunque potrei pensare”, Damasio stabilisce che alla base della cognizione vi sono i processi biologici riguardanti non solo il Sistema Nervoso ma l’intero organismo.

Circa 150...

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Gli autismi e le schizofrenie, i neuroni specchio ed i neuroni parvalbuminici.

All’inizio del XX secolo, e fino al 1950, i neuropsichiatri infantili, sulla base di una sintomatologia comune (anomala percezione del tempo, anomalie mnemoniche, anomalie della pianificazione e del controllo comportamentale o flessibilità mentale, impoverimento del linguaggio, deficit della concentrazione, ottundimento delle emozioni e, soprattutto, isolamento sociale) consideravano l’autismo una “schizofrenia infantile” ovvero, una forma di psicosi cronica che, inevitabilmente, sarebbe evoluta verso un quadro clinico di pseudo-demenza.

Appare evidente che, dopo le pubblicazioni di Leo Kanner (1943) che liberarono l’autismo dalla connotazione psicotica e demenziale, la comunità scientifica e le nascenti associazioni di genitori di soggetti autistici presero definitivamente le dis...

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Quale futuro per la neuropsichiatria infantile?

Nel 1943 Leo Kanner, per la prima volta nella storia della medicina, faceva diagnosi di “Autismo Infantile “.

La genesi dell’autismo fu individuata in un’anaffettività materna ( madri frigoriferi ).

Le teorie psico-dinamiche pur del tutto infondate, condizionarono l’approccio all’autismo per più di 40 anni. La relazione, l’affettività, l’ emotività, furono considerate proprietà e non processi biologici.

A metà degli anni 80 del secolo scorso gli studi di Kandel ( il comportamento umano può essere compreso solo in termini neurobiologici), di Changeux ( l’Uomo neuronale), oltre che di una folta schiera di ricercatori, spostarono le attenzioni della comunità scientifica dalla psiche al cervello umano.

Una parte della psichiatria, e tutta la N.P.I...

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Istruzione, neurosviluppo e neuroscienze.

Le neuroscienze, negli ultimi decenni, ci hanno fatto conoscere che i cuccioli d’uomo vengono al mondo muniti di un cervello ove il numero delle cellule nervose è già quello che conterrà per tutta la vita.

Anche la sede ove si posizioneranno i neuroni è stata già raggiunta alla nascita. Così come, seguendo tracce chimiche predeterminate che identificano proto-mappe nel cervello in via di sviluppo, molte connessioni tra neuroni sono già stabilizzate.

Questo significa che veniamo al mondo non con una tabula rasa, bensì con un organo già in parte auto-organizzato, grazie a decine di milioni di anni di evoluzione.

E’ proprio grazie a questa auto-organizzazione cerebrale che veniamo al mondo con una forte attrazione per i volti, per le lingue, per le novità in genere.

E’ grazie al...

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Imparare ad imparare

Quando nel 1992 incontrai per la prima volta il dottor Carl H. Delacato, sua moglie Janice e suo figlio David, nacque in me, immediatamente, la voglia di comprendere quali segreti biologici venivano celati dai “comportamenti bizzarri” dei bambini autistici. Fu questo il motivo per il quale, l’amico Sergio Martone, mi consigliò la lettura di alcuni autori (Edelman, Kandel, Changeux, Calissano), tutti ispirati dai principi della biologia evolutiva.

Leggere le teorie e gli studi di questi scienziati non solo fece nascere in me una vera “dipendenza dal sapere”, ma modificò anche il mio approccio verso il primo quesito filosofico: “Conosci te stesso”.

Compresi che solo per i teologi e per pochi filosofi, oltre che per nostalgici analisti, poteva ancora essere sufficiente fare pr...

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