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Non c’è un periodo critico per l’apprendimento

Chiunque voglia prendersi cura di soggetti con disordine dello sviluppo neurologico deve necessariamente comprendere i meccanismi di plasticità cerebrale e, inoltre, conoscere i principi in base ai quali la corteccia cerebrale si riorganizza dopo un evento patogeno.

La biologia evolutiva ci ha fatto comprendere che il cervello si è evoluto per modificarsi quando dall’esterno (ma anche dall’interno del corpo)  giungono stimoli opportuni, al punto tale che, tutte le parti del cervello si modificano e si rinnovano senza sosta nel corso della vita (l’esperienza può modificare le funzioni cerebrali e, dunque i nostri comportamenti).

Poichè ogni persona è soggetta ad esperienze differenti, l’organizzazione e la struttura del cervello di ognuno sarà differente.

Questo sarebbe già s...

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Quale psicologia ci aiuta a comprendere meglio l’autismo.

La sopravvivenza della nostra specie non è mai stata scontata. Anzi, le nostre probabilità di sopravvivenza sono state veramente minime.

Paradossalmente, durante il lungo sviluppo della nostra specie, il pericolo più grande sono stati gli altri uomini.

Infatti, la morte violenta per mano di un loro simile era spaventosamente comune fra i nostri antenati (sembra che i tassi di omicidio, nella lunga storia dell’umanità, siano passati da uno su quattro ad uno su centomila dei nostri giorni).

Oggi cerchiamo di ridurre al minimo i rischi per la vita e la sicurezza delle persone.  Abbiamo leggi che tutelano le nostre relazioni, i nostri sistemi di scambio (denaro), la nostra salute.

Pertanto, abbiamo fatto in fretta a dimenticare il fatto che i nostri comportamenti inconsapevoli (inconsci...

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Comprendere le gerarchie CI aiuta a comprendere l’autismo

Domenica scorsa (5 agosto 2018) ho partecipato, quale relatore, ad un convegno/dibattito sull’autismo nella città di Moio della Civitella(Vallo della Lucania). Tale partecipazione mi ha dato la possibilità di conoscere una terra bellissima (Alto Cilento) e di ascoltare relazioni tecniche.

Su queste ultime vorrei fare alcune considerazioni con le lettrici ed i lettori del blog.

Poco prima dell’inizio dei lavori, il mio “amico” Sergio Martone (anch’egli relatore al convegno), mi mostrava una recentissima pubblicazione scientifica, fatta da un gruppo di ricerca italiano, secondo la quale sono stati scoperti i geni che determinano lo sviluppo della corteccia cerebrale e, dunque, i geni responsabili dell’autismo.

Questo approccio, che possiamo definire di biologia molecolare o mec...

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Lo strano intreccio tra le falene bianche , l’immunologia e l’autismo.

La vera domanda dei nostri tempi è come il cervello permetta alla mente di essere e funzionare.

Allo stesso tempo, la vera questione trattata dal blog “Autismo fuori dagli schemi” è comprendere come un “cervello con disordine del neurosviluppo” permetta una “mente atipica”.

In effetti, sul tavolo di lavoro è stata posta la seguente questione: è l’organismo che risponde ad uno stimolo dell’ambiente oppure è l’ambiente che seleziona qualcosa che è già presente nell’organismo?

Tale questione, da sempre, è stata molto dibattuta tra i filosofi, i quali cercavano di stabilire se le nostre decisioni ed i nostri comportamenti fossero il risultato di un apprendimento o di qualcosa che già era presente nel nostro cervello...

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Autismo, follia e sogno di una notte di mezza estate

……” Amanti e pazzi hanno tali fervide menti,

tale feconda immaginazione, che concepiscono

più idee di quante la fredda ragione possa mai intendere

Il lunatico, l’amante e il poeta sono fatti tutti di immaginazione……”

ShaKespeare, nel “Sogno di una notte di mezza estate”, mette in bocca ai suoi personaggi  fantastiche parole di elogio della follia in relazione alla creatività. Il poeta ci dice che la creatività e la fantasia sono doti umane, particolarmente evidenti nella follia e legate in qualche modo all’amore ed all’arte.

Il funzionamento del cervello è considerato normale su base statistica, cioè quando i repertori comportamentali (risposte all’ambiente) corrispondono a quelli della maggior parte delle persone, patologico altrimenti...

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Sistemi sensoriali o intelligenza?

Sono trascorsi trent’ anni da quando Gerald M. Edelman (nato a New York nel 1929 ottenne il premio nobel in medicina nel 1972) espose la propria teoria sul “darwinismo neuronale” dando inizio alla rivoluzione delle neuroscienze, che ci ha consentito di comprendere meglio come funziona la mente ed in quale modo conosciamo il mondo.

Secondo la teoria di Edelman, le funzioni cerebrali superiori (linguaggio, cognizione, pensiero) rappresentano il risultato di una selezione che si esercita nel corso dello sviluppo (neurosviluppo), agendo sulle variazioni anatomiche e funzionali presenti in ogni individuo. Per Edelman ogni funzione nervosa è espressa in una mappa globale (neurostato), ove la percezione dipende dall’azione e conduce all’azione (psicostato)...

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Le cause dell’autismo : DNA o infiammazioni ?

Come tutti sanno, il termine autismo infantile fu introdotto in medicina da Leo Kanner nel 1943 per fare riferimento ad un comportamento gravemente disturbato la cui caratteristica principale era (ed è) rappresentata dalla incapacità ad entrare in relazione con gli altri ed al ritardo dello sviluppo del linguaggio.

Sovente, a fianco a questa diade sintomatologica, erano presenti altri sintomi, quali ad esempio far costantemente ruotare qualunque oggetto gli venga presentato (stereotipie).

Quando questa sintomatologia si presentava in forma “atipica” (parziale) si preferiva fare diagnosi di “tratti autistici”.

Verso la metà degli anni ottanta del secolo scorso i tecnici cominciarono ad abbandonare le ipotesi psicodinamiche quali cause dell’autismo ed iniziarono a concentrarsi sul ...

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Le memorie: cosa ricordare

In questo mese di giugno il blog ha focalizzato l’attenzione sullo studio delle memorie, secondo l’approccio neurobiologico, evidenziando alcuni punti fondamentali per poter comprendere i disordini delle memorie nei bambini con disturbo dello spettro autistico.

1)La memoria non è una cosa o una sostanza, bensì un processo o un’attività del Sistema Nervoso e come tale deve essere compresa.

2) Non esiste, nel nostro cervello, un’area abilitata a conservare le nostre memorie. Pertanto, non esistono persone con una “buona” o una “cattiva” memoria in merito allo sviluppo di quest’area. Le memorie sono distribuite in tutto il nostro Sistema Nervoso. Infatti, le memorie prendono origine dalle sinapsi, più precisamente dalle stimolazioni SINCRONIZZATE delle sinapsi...

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L’inganno del tablet

Domani, venerdì 15 giugno 2018, la società italiana di pediatria emanerà le Linee Guida riguardanti l’utilizzo dei smartphone e tablet in giovane età.

In linea con l’indirizzo biologico da sempre privilegiato dal blog, “autismo fuori dagli schemi”, per facilitare la comprensione degli argomenti trattati, la dottoressa AnnaLisa Buonomo, direttore scientifico del Centro Studi e Ricerche per le Neuroscienze dello Sviluppo Carl e Janice Delacato ha scritto quanto segue:

Dopo due settimane si tende a ricordare il 10% di ciò che si legge, il 20% di ciò che si vede ed il 90% di ciò che diciamo e facciamo( E Dale, 1946)

Le neuroscienze del XXI secolo hanno confermato questo andamento: gli esami neuro strumentali, infatti,  hanno evidenziato che un apprendimento può dirsi tale se c’è una p...

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